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Oggi Messina saluta Giuseppe Sanò, i funerali alle 16 a Torre Faro

Giuseppe Sanò

C’è un’immagine che raffigura in maniera icastica Giuseppe Sanò. Con un tridente in mano, nello Stretto di Messina, affronta insidiose correnti e varie asperità. Come Nettuno.

A realizzarla - descrive la Gazzetta del Sud in edicola - il noto fumettista messinese Lelio Bonaccorso, appena ha saputo della sua improvvisa scomparsa. «Vai Capitan Peloro, solca le acque e affrontali», recitano due vignette a corredo di un disegno in cui domina l’azzurro del mare.

Un omaggio a una sorta di supereroe sempre in prima linea nella difesa dell’ambiente e nella denuncia di ogni forma di illecito. Ma coraggio e nobiltà d’animo non sono bastati al quarantaduenne ex consigliere della VI Circoscrizione, che sognava di sposare tra qualche mese la sua compagna Noemi. Le trappole degli abissi antistanti il Pilone si sono rivelate un ostacolo insormontabile. Fatale. Il suo cuore, quel grande cuore che tantissimi messinesi hanno avuto modo di apprezzare, ha cessato di battere sott’acqua, durante una battuta di pesca sportiva.

E oggi, giorno dell’ultimo saluto, senza le disposizioni legate all’emergenza epidemiologica ancora in atto, la chiesa di Torre Faro, sarebbe stata gremita in ogni ordine di posto. Perché tutta Messina voleva bene a Giuseppe, alla stregua di un figlio, di un amico o di una persona cara. Invece, quella delle 16, sarà una funzione religiosa per pochi intimi. Immersa in un silenzio irreale e straziante.

Secondo le indagini effettuate dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia costiera, sarebbe stato un malore a spezzare la giovane vita di Giuseppe.

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