I locali dell'ex ospedale Regina Margherita di Messina, oggi in stato di abbandono, saranno presto recuperati e destinati a ospitare la “Cittadella della Cultura”.
Una vasta area di migliaia di metri quadri completamente riqualificata dal punto di vista strutturale e architettonico in cui troveranno spazio il Museo archeologico, il Museo del terremoto del 1908, la Biblioteca regionale e gli uffici della Soprintendenza ai Beni culturali.
Il via libera all'ambizioso progetto è arrivato dal governo Musumeci che ha previsto la risorsa finanziaria e assegnato al dipartimento regionale Tecnico l'incarico di avviare le procedure necessarie per la progettazione.
«Nel 2016 - spiega il presidente Nello Musumeci - l'ex complesso ospedaliero era stato concesso in comodato d'uso per 99 anni dall'Asp provinciale alla Regione per essere riqualificato. Da allora, solo silenzio, mentre la costruzione di stile neoclassico degli anni Trenta, progettata dall'ingegnere Adolfo Bianco, è andata sempre più in abbandono. Diamo, dunque, dignità a edifici di interesse storico che rappresenteranno la degna cornice per una serie di attività di grande interesse culturale. Un Polo capace di attrarre nuovi flussi turistici e di aumentare il prestigio di Messina, con la sua nobile e plurisecolare tradizione. Era un impegno che avevo assunto con i messinesi la scorsa estate, in un incontro pubblico sul Lungomare della città. E come sempre lo sto mantenendo».
Saranno riqualificati i padiglioni uno, due, tre e dieci. Parte delle risorse era già stata stanziata con il Patto per il Sud, gli altri fondi necessari a completare le opere sono stati appena deliberati dalla Giunta regionale: il budget previsto ammonta complessivamente a circa trenta milioni di euro. I lavori si svolgeranno sotto la vigilanza della soprintendenza ai Beni culturali. Il progetto sarà sottoposto al Comune per le compatibilità urbanistiche.
«Anche dal punto di vista finanziario - aggiunge Musumeci - è un'operazione che avrà i suoi benefici. Sistemare definitivamente in un'unica area uffici, archivi e patrimonio librario significa risparmiare sui contratti di locazione, oltre a dare finalmente una sola, definitiva e razionale sede alla preziosa biblioteca regionale, da vent'anni distribuita in tre diversi edifici della città, con grave disagio per gli studiosi».
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