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Messina, stop del Comune ai concerti allo stadio San Filippo

Niente Tiziano Ferro, niente Ultimo. Né quest'anno, ovviamente, né nell'estate 2021. E il rischio è che nessun altro big della musica torni allo stadio San Filippo a Messina, quello stesso stadio che negli anni scorsi ha ospitato artisti del calibro di Vasco Rossi, Ligabue, Jovanotti, Laura Pausini, Biagio Antonacci, i Pooh. Il Comune, infatti, ha detto no agli organizzatori che hanno proposto il rinvio all'anno prossimo dei concerti previsti a giugno e luglio di quest'anno, e saltati per via dell'emergenza coronavirus. Un no che ha provocato la reazione degli organizzatori stessi.

«Governi, Regioni, sindaci – spiega Carmelo Costa, amministratore unico della “Musica da Bere S.r.l.” - hanno in tutto il mondo accordato, nel giro di poche ore, quanto di loro competenza per garantire la disponibilità delle strutture ospitanti per l’anno successivo. Ma ecco che l’Amministrazione comunale di Messina, unico caso al mondo, decide di distinguersi e ufficializza tramite Pec il diniego allo spostamento al 3 luglio 2021 della concessione dello Stadio San Filippo per il concerto di Tiziano Ferro». La motivazione: il bando per la concessione dello statio, ancora “aperto”.

Ma motivazioni che agli organizzatori «appaiono pretestuose e prive di qualunque logica agli occhi di chiunque. A parte le considerazioni su un bando di cui sentiamo parlare da due anni e del quale si continua a non vedere la luce, facciamo notare che già lo schema di tale bando, approvato dal consiglio comunale circa un anno fa, prevede in maniera esplicita la riserva al Comune di alcune giornate di utilizzo dell’impianto. A Messina la prossima estate erano previsti due grandi concerti: Tiziano Ferro ed Ultimo. Ciascuno dei due concerti prevede una affluenza vicina ai 40mila spettatori, dà lavoro a oltre 800 lavoratori messinesi per una settimana fra facchini, security e maestranze varie, mentre sono circa 30 le ditte messinesi impegnate nei lavori e ciascun concerto produce oltre 1.200 pernottamenti in hotel di Messina, senza contare i cospicui canoni che il Comune incassa per l’affitto dello stadio. L’indotto sul territorio di questi eventi è stimato in parecchi milioni di euro. E’ nell’interesse della Città perdere tutto questo, soprattutto nella profonda crisi economica che saremo costretti a vivere ad emergenza finita?».

Si profila anche il danno erariale, secondo gli organizzatori, che chiudono con parole durissime: «Purtroppo, la poca lungimiranza ed il pressappochismo di qualcuno è riuscito a distruggere tutto questo e a fare ritornare Messina un deserto culturale: il suo stadio non sarà più vestito a festa con i colori della Musica, il suo pubblico dovrà sobbarcarsi centinaia di chilometri per vedere un concerto: ma tutto questo evidentemente è difficile da capire per qualcuno».

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