A Messina come nel resto della Sicilia monta di ora in ora la rabbia di parrucchieri, barbieri ed estetisti costretti alla chiusura anche dopo il 4 maggio, data individuata dall'ultimo Dpcm del Governo per la prima piccola ondata di riaperture. Per lanciare un segnale forte, Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato hanno supportato l'iniziativa promosso dai commercianti #TagliatiFuori che "nasce dalla necessità di dover dar voce a 'tutti noi', centri estetici, parrucchieri e barbieri, che ci siamo visti inspiegabilmente ignorati e tagliati fuori dalla così detta 'Fase 2' del Governo Conte, che ci ha costretti ad abbassare le saracinesche tra i primi (l’8 Marzo) e ha poi deciso di farci aprire per ultimi (il 1° giugno)". "Lunedì 4 maggio apriremo simbolicamente per 20 minuti (dalle 9.00 alle 9.20) i nostri negozi ed esporremo l’hashtag che ci rappresenta: #TagliatiFuori - continuano i promotori dell'iniziativa - Quello che che chiediamo e di non essere #TagliatiFuori da questa fase, chiediamo di poter riaprire al più presto con delle linee guida ufficiali che riguardano la sanificazione e le disposizioni anticovid, l’igiene e l’accoglienza, chiediamo di avere una liquidità sotto forma di prestiti a fondo perduto, chiediamo maggiore tutela per i nostri dipendenti, chiediamo che il sistema di tassazione con le relative scadenze venga rivisto e rielaborato, altrimenti ci ritroveremo ad abbassare definitivamente le saracinesche". Tutte le restrizioni adottate fino in questo momento, "che riteniamo ovviamente giuste per tutelare la salute di tutti, hanno però creato un buco enorme nel nostro settore". "Siamo stati privati di circa il 70/80% degli incassi annuali ordinari, e il riconoscimento del “Bonus 600€” è per noi un’umiliazione: non è nulla in confronto a quanto siamo tenuti a pagare in termini di tasse e contributi. I nostri collaboratori e dipendenti stanno affrontando una situazione gravissima non avendo ancora oggi percepito alcun reddito dai rispettivi fondi bilaterali di appartenenza". "A tutto ciò bisogna aggiungere che, paradossalmente, l’Inps non ha ancora riconosciuto la sospensione del pagamento dei contributi sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, sebbene questa sia prevista nel D.L. 18/2020, per cui rischiamo che ci vengano recapitati avvisi di mancato pagamento con applicazione di sanzioni ed interessi, come se ciò non dipendesse dal Coronavirus ma da una nostra voluta inadempienza. Altro problema di cui il Governo e la Regione dovrebbero tenere in considerazione "è il dilagarsi del lavoro nero che, a causa del protrarsi delle chiusure obbligatorie dei locali in regola, si comincerà a diffondere a macchia d’olio, sia per colpa di chi già prima dell’emergenza coronavirus operava illecitamente, sia a causa della frustrazione che tutti i nostri clienti stanno vivendo ormai da ben due mesi".