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Messina, i guariti della "Come d'incanto" non possono rientrare per dei rifiuti non smaltiti

La casa di cura "Come d'incanto" di Messina

Siamo ormai all’assurdo. Dopo i colpevoli ritardi d’intervento nella casa di riposo “Come d’incanto” di via I Settembre, che hanno generato il principale focolaio cittadino di contagi da Covid-19, in questi giorni si sono prospettate altre situazioni gravi e paradossali. E il legale della struttura, l’avvocato Antonello Scordo, ha presentato un’altra denuncia in Procura, che per conoscenza è stata inviata anche al commissario territoriale dell’Asp per la pandemia, al direttore generale dell’Asp, al sindaco e al prefetto. Un passaggio è veramente sconcertante, quello in cui si dà conto addirittura dell’errore su alcuni tamponi e delle successive rettifiche.

Il dato centrale: diversi pazienti già guariti a Barcellona potrebbero essere dimessi ma non possono rientrare nella casa di riposo perché la ditta incaricata dall’Asp non ha ancora ritirato i rifiuti speciali dalla struttura, nonostante i continui solleciti. Quindi la struttura non può considerarsi sanificata. E c’è un aggiornamento, altrettanto paradossale dell’ultima ora, che risale a ieri mattina: la titolare della struttura, Donatella Martinez, è stata contattata dal Commissariato di polizia di Barcellona per una denuncia presentata dalla direzione sanitaria dell’ospedale “Cutroni Zodda”, per... le mancate dimissioni dei pazienti che in precedenza erano ricoverati presso la casa di riposo. Ma se la struttura è inagibile per la presenza dei rifiuti speciali come fanno ad accoglierli!

Ricostruiamo tutto dall’esposto-denuncia depositato dal suo legale. Che intanto «segnala che ad oggi, nonostante i ripetuti solleciti anche per le vie brevi, non sono stati comunicati tutti gli esiti dei tamponi eseguiti, tra la fine di marzo ed i primi giorni del mese di aprile, sui dipendenti della Casa di Riposo, e fatto ancor più grave sono stati comunicati, salva successiva rettifica, esiti di tamponi diversi da quelli poi effettivamente risultati».

Quindi i dipendenti della struttura non conoscono ancora oggi l’esito dei tamponi, e soprattutto ci sono state «rettifiche». E quindi si potrebbe essere verificato il caso di chi, in un primo tempo, dopo il responso negativo è andato magari in giro, e poi ha invece appreso che il tampone era positivo...

Ma c’è dell’altro: «Al contempo - scrive ancora il legale -, le operazioni di sanificazione dei locali dell’immobile di via I Settembre, ove erano ospitati gli anziani della casa di riposo, affidati alla ditta PFE, non procedono con le modalità ed i tempi preventivati in ragione del mancato smaltimento dei rifiuti speciali ancora presenti nella struttura, all’interno della quale come è ben noto sono stati accolti numerosi pazienti, successivamente risultati positivi al contagio da Covid-19».

Il legale ricorda poi che «il tenore dell’ordinanza n. 1 /Rif del 27/03/2020 del presidente della Regione Siciliana con la quale, per la durata di sei mesi, a seguito dell’emergenza epidemiologica da virus Covid-19, è disposto il ricorso temporaneo ad una speciale forma di gestione dei rifiuti urbani prodotti sul territorio della Regione Siciliana, in ambienti domiciliari ove sono state accolte persone risultate positive a contagio da Covid-19. In particolare - prosegue -, è previsto che l’Asp territorialmente competente curi in via ordinaria la gestione della raccolta, del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti mediante azienda specializzata, salvo la dimostrata impossibilità, anche sopravvenuta, ad effettuare il predetto servizio, in tal caso è fatto obbligo di darne tempestiva comunicazione ai comuni che provvederanno all’espletamento del servizio medesimo».

E segnala che «tali evenienze, la mancanza degli esiti dei tamponi e la mancata sanificazione dei locali della casa di riposo, impediscono alla mia cliente di potere riprendere la propria attività con i conseguenti ed evidenti danni patrimoniali che ne derivano. Invero, già da tempo alcuni ospiti della casa di riposo avevano manifestato l’intenzione di essere nuovamente accolti nella medesima struttura».

Ecco il passaggio sui pazienti: «A ciò si aggiunga che proprio in data odierna l’Ospedale Cutroni Zodda di Barcellona P.G. ha comunicato la necessità di procedere alla dimissione ospedaliera di sei pazienti, in precedenza ospitati presso la casa di riposo, che dovrebbero nuovamente fare ritorno nella struttura della mia assistita; evenienza questa resa impossibile dalla presenza dei rifiuti non ancora smaltiti».

Poi il legale conclude: «È evidente che il perdurare dello stato delle cose, oltre a cagionare ingenti danni patrimoniali alla mia cliente, costituisce serio pericolo per la salute e l’incolumità pubblica». Quindi formula una diffida formale ai vari organi sanitari istituzionali« ognuno per le rispettive competenze, a volere provvedere nel più breve tempo possibile agli adempimenti necessari affinché la mia cliente possa essere messa nelle condizioni di potere riprendere la propria attività in sicurezza per gli ospiti ed i dipendenti».

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