Si è finalmente conclusa ieri sera “l'odissea” dei cinque giovani messinesi dal 2 marzo scorso imbarcati sulle navi da crociera Costa Favolosa e Costa Magica, che dopo alcuni casi di Covid-19 riscontrati a bordo sono rimasti per settimane in navigazione prima nei Caraibi e poi a Miami, dove sono riusciti ad approdare lunedì mattina.
Ieri sera, dopo quasi dieci ore di volo e altre sei di pullman, i ragazzi sono finalmente arrivati a Messina per la gioia delle famiglie che per settimane avevano vissuto momenti di ansia in attesa di sapere quando avrebbero potuto riabbracciare i loro figli.
Tutto il personale delle navi Costa ha viaggiato su aerei e pullman predisposti esclusivamente per loro dalla compagnia. Oltre ai cinque giovani messinesi, fra i quali Federico Clementi, 25 anni, supervisor del Casino della Costa Favolosa, c'erano anche altri siciliani e numerosi cittadini italiani.
«Quasi tutti sono riusciti a rientrare - dice Federico -. A Miami è rimasto solo il personale tecnico della nave e gli altri membri dell'equipaggio che presentavano sintomi lievi, riconducibili al coronavirus, e i medici. Quando sarà possibile rientreranno anche loro».
- Cosa puoi raccontarci di questa non facile vicenda?
«Per settimane siamo rimasti chiusi nei nostri alloggi, ci vietavano di uscire. Ogni giorno a gruppi ci misuravano la temperatura per controllare che nessuno presentasse sintomi tipici del Covid-19 e avevamo poche informazioni, l'ansia veniva proprio da questo, nessuno sapeva dirci quando saremmo potuti rientrare in Italia».
- Quando avete saputo che finalmente sareste rientrati?
«Ce lo hanno detto alla fine della scorsa settimana, ma lo sbarco è stato rimandato per due giorni e noi stavamo sulle spine! Nel momento in cui ci hanno dato l'ok ci hanno fatto arrivare in porto a bordo di alcuni tender. Prima di toccare terra abbiamo dovuto aspettare quasi un'ora, un tempo che non passava mai».
Federico Clementi ha raccontato che sulla nave da crociera e lontani da casa, benché spesso davanti alla tv, non era facile comprendere fino in fondo quanto grave fosse la situazione nel mondo. Appena arrivati in Italia lui e tutti gli altri membri dell'equipaggio hanno compreso subito cosa stava accadendo in Italia.
«I controlli sono stati strettissimi e ripetuti, abbiamo viaggiato con le mascherine attenendoci scrupolosamente alle disposizioni. Adesso mi aspetta come giusto che sia un periodo di quarantena, ma la farò a casa mia, io sto bene e non ho alcun sintomo. Mi farò raccontare quello che è successo, guarderò la televisione e finalmente mangerò quello che cucina la mia mamma».
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