Si va verso la fumata nera sulla conversione del Piemonte di Messina in Covid Hospital. È l’esito di una riunione interna durante la quale sono stati analizzati punti di forza e soprattutto criticità della struttura relativamente all'ipotesi paventata nei giorni scorsi, ma che non aveva mai convinto sino in fondo tutte le componenti.
Il dialogo sull'asse Palermo-Messina, proseguirà e se sarà necessario, ovviamente, il nosocomio di viale Europa risponderà con un piano d'emergenza già sommariamente definito, ma al momento l'ipotesi che prende il sopravvento sulla mappa sanitaria regionale “anti-coronavirus” è un'altra.
Cioè l'Irccs-Piemonte, valorizzando le proprie caratteristiche e potenzialità, potrebbe divenire realtà di riferimento in ambito provinciale per i soggetti fragili che hanno bisogno di assistenza, come disabili o anziani ospitati in case di cura o case di riposo che non sono magari positivi al coronavirus ma devono essere seguiti durante l'isolamento.
Una gestione non solo assistenziale ma appunto medico-sanitaria di categorie particolarmente sensibili, che gli altri ospedali non possono seguire perché annientati dalle emergenze. Una formula che non azzererebbe gli altri reparti.
Intanto anche i sindacati bocciano l'idea di conversione. La Fp Cgil parla di «decisone arbitraria e poco opportuna», mentre la Cisl rilancia l'idea di ristruttura i locali dell'ex Margherita da decenni abbandonati, raggiungendo così un doppio obiettivo.
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