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Coronavirus, una cassiera messinese: "Arriva troppa gente, abbiate rispetto per voi e per noi"

C'è un “esercito” silenzioso di persone che ogni giorno combattono questa guerra per dare un futuro al nostro Paese. E che non possono rimanere a casa. Tra queste ci sono in prima linea i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario, ma anche cassieri, camionisti e tante altre professionalità. Persone impaurite, come tutti, che ogni giorno mettono a rischio la loro stessa salute per prendersi cura della comunità. Che sia tra le corsie di un ospedale o dietro la cassa di un supermercato.

Durante questa lunga emergenza coronavirus, in cui molta gente continua a lamentarsi del fatto di dover restare a casa, è grazie al personale dei supermercati che a nessuno manca il cibo sulla tavola. E, come ci ha raccontato un'impiegata esasperata di un supermercato messinese, sono tanti i clienti che faticano a rispettare le regole necessarie per garantire la sicurezza degli addetti ai lavori e della stessa clientela.

«C'è troppa gente che viene al supermercato ogni giorno per prendere quattro cose - ci racconta la donna -, e magari tra queste ci sono nutella e gelati». Nessuno contesta il fatto che per alleggerire queste giornate si possano acquistare anche dolciumi, ma certamente è necessario preparare una lista della spesa mirata per evitare di andare ogni giorno al supermercato e anche per evitare di rimanerci troppo a lungo.

«Venire al supermercato non significa andare a fare una passeggiata - continua la donna che chiameremo “esasperata” -, nemmeno se si trova sotto casa. Alcuni clienti, oltre a venire spessissimo, contemplano gli scaffali per valutare con la massima calma cosa comprare. Bisogna venire quando necessario con le idee chiare e uno per volta. Vedo spesso marito e moglie insieme a fare la spesa. Ritengo che il marito, se deve portare i pacchi, possa tranquillamente aspettare fuori e dimezzare così i rischi di contagio. Quello che queste persone non capiscono è che oltre a mettere a rischio noi, che siamo al loro servizio col massimo senso del dovere, mettono a rischio loro stesse perché trascorrono tanto tempo in un luogo frequentato da tante persone».

Inoltre, si registrano singolari anomalie anche relative alle richieste di consegna della spesa a domicilio, servizio offerto gratuitamente da alcuni supermercati per gli over 65 e per le donne in gravidanza: «Succede persino che ci venga indicato come indirizzo di consegna quello di una nonna, quindi di una persona anziana, ma che nella lista della spesa ci siano gli assorbenti! Noi siamo stanchi - continua -, lavoriamo tanto e non abbiamo mascherine perché è difficile anche trovarle. Siamo al servizio della comunità. Chiediamo solo un po' di collaborazione. Bisogna che la gente capisca che al supermercato si va per necessità e che bisogna mantenere adeguata distanza dal personale, possibilmente cercando di comprendere la situazione senza lamentarsi delle file da rispettare».

Per fortuna ci sono anche molte persone responsabili: «Sono in tanti che vengono a fare scorta di cibo solo quando necessario - chiarisce l'impiegata -, che rispettano le regole e che ci ringraziano sempre, ma in questo momento drammatico dobbiamo necessariamente soffermarci sui comportamenti da correggere. Per uscire da questa situazione è necessario che ciascuno di noi faccia la sua parte».

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