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Da Messina alla Valle d'Aosta per 48 ore, adesso si temono nuovi focolai di Coronavirus

Mantenere la calma non è facile. C'è il timore fondato che a Messina si stiano diffondendo veri e propri “focolai”, anche a causa dei comportamenti assolutamente irresponsabili, se non criminali (la magistratura ne accerterà la natura), di diversi cittadini, tra i quali anche noti professionisti, medici, avvocati, imprenditori e agenti di commercio, che pur venendo dal Nord non si sono posti in autoisolamento e non hanno ottemperato agli obblighi disposti dai Dpcm.

La Polizia municipale, con i suoi compiti anche di polizia giudiziaria, intanto, sta approfondendo le verifiche sul campo su tutti i rientri di messinesi dalle varie località del Nord, seguendo ovviamente le due vicende più eclatanti, quella della comitiva arrivata da Madonna di Campiglio e quella del gruppo partito l'8 marzo per la Val d'Aosta e tornato in riva allo Stretto due giorni dopo.

Pur se si tratta di un numero limitato di persone, è un caso per certi versi ancor più inquietante di quello precedente, perché gli sciatori - che sono tornati dalla neve dopo sole 48 ore perché hanno trovato chiusi gli impianti - non hanno adempiuto (pare l'abbia fatto soltanto uno dei sette) agli obblighi di informazione secondo i canali istituzionali previsti dal decreto governativo e di autoisolamento.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Messina. 

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