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Coronavirus, il caso-mascherine ritenute non idonee dilaga anche a Messina e provincia

Il caso-mascherine ritenute non idonee ormai dilaga anche a Messina e provincia. Dopo la lettera al premier Conte di 44 sindaci, accompagnata al clamoroso gesto della restituzione dei presidi consegnati pochi giorni fa dalla Protezione civile. Mascherine più simili a “calzini” sono state consegnate al reparto di Terapia intensiva del Policlinico, mentre più grave, come denunciato dall’assessore comunale Massimiliano Minutoli, è la situazione venutasi a creare al Coc.

Qui, l’associazione Pmi ha fatto prevenire 200 presidi “assolutamente non conformi”, dichiara il rappresentante della Giunta De Luca. Che ha aggiunto: “Già la confezione risultava danneggiata è il contenuto era più simile a fogli usa e getta”. Non è stato possibile quindi distribuirli al personale e ai volontari.

"Sono stato contattato dal signor  Santoro per comunicarmi la sua intenzione di donare delle mascherine in favore della Protezione Civile, gesto ben gradito e pertanto mi sono recato personalmente per ritirare il materiale - commenta amaramente l’assessore comunale Massimiliano Minutoli- . La sorpresa è stata al momento del ritiro delle 200 mascherine”, erano “di carta” e “non troverebbero alcuna possibilità d'uso se non per finalità ludiche. Le stesse, in confezione non integra e non sterile, certamente datate e delle quali non si evince neppure una data di produzione o scadenza, non possono essere destinate al personale di "prima linea". Pertanto, ringraziamo l'Associazione delle Piccole e Medie Imprese per il pensiero ma comunichiamo che il materiale non potrà essere impiegato così come già anticipato allo stesso Santoro al momento della consegna".

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