Furto all'ospedale Piemonte di Messina dove qualcuno, in piena emergenza, ha pensato bene di entrare la notte scorsa in uno dei depositi del nosocomio per trafugare una fornitura di ben 350 mascherine protettive. Del tipo di quelle utilizzate in questi giorni per difendersi dal Coronavirus.
Il furto evidentemente è stato organizzato e programmato, e messo in atto quando il regime di sorveglianza era out.
Al clamoroso furto stanno lavorando i carabinieri della stazione di Camaro con i colleghi del Reparto operativo.
L'accaparramento e la vendita a prezzi esorbitanti di queste protezioni è al centro di varie inchieste in varie parti d'Italia. Proprio questa mattina è scattata una perquisizione in 30 società di 22 comuni della provincia di Bari.
Controlli eseguiti dalla guardia di finanza nell'ambito di una indagine su presunte manovre speculative, fraudolente e truffaldine nella commercializzazione di mascherine protettive e dei presidi medico-chirurgici disinfettanti (30mila i prodotti sequestrati), "approfittando - spiega la Procura - dell'attuale contesto emergenziale di natura sanitaria che sta interessando il nostro Paese a causa della sempre crescente diffusione di Coronavirus".
Durante le perquisizioni sono state sequestrate mascherine protettive, gel e salviette per le mani per un valore commerciale di circa 220mila euro. I titolari delle imprese commerciali sottoposte a perquisizione, prevalentemente operanti nei settori della produzione di cosmetici e del commercio all'ingrosso, al dettaglio e anche attraverso piattaforme di e-commerce, di saponi, detersivi, profumi, erboristeria e ferramenta, sono di nazionalità italiana e cinese.
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