Mentre la psicosi da Covid-19 dilagava in tutta Italia, proprio nello stesso giorno in cui il tanto “atteso” e temuto primo caso di positività a Sant'Agata Militello si guadagnava il primato degli argomenti più dibattuti, un gruppo di giovani provava a lasciarsi alle spalle quella cappa soffocante di angoscia che ormai ammanta l'intero Paese dal 21 febbraio scorso. Popolo della notte, 300-400 ragazzi, in pista in una nota discoteca del centro, tra l'incertezza degli stessi protagonisti della festa e dei genitori e le immancabili polemiche del giorno dopo sull'opportunità-legittimità della serata danzante. Complice una norma del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri emanato lo scorso 4 marzo, aperta a una duplice interpretazione. Una decodifica restrittiva avrebbe suggerito di non consentire l'evento svoltosi tra venerdì e ieri. Secondo una lettura più “estensiva”, invece, sarebbe bastato adottare una serie di buone condotte affinché il motto “The show must go on” non fosse cancellato. Così, gli organizzatori hanno dotato il locale della movida di termoscanner per la misurazione della temperatura corporea degli avventori, hanno garantito il rispetto della distanza di sicurezza tra i frequentatori della discoteca e intensificato i controlli fuori e dentro il locale. Ma ciò non è bastato ad evitare discussioni, mugugni e un batti e ribatti rimbalzato, soprattutto, sulla pagina Facebook del sindaco Cateno De Luca. «Ecco stanotte come si è festeggiato in una nota discoteca di Messina!» è il titolo del post, in cui si aggiunge che è stato «disposto già un controllo da parte del nostro assessore Dafne Musolino con la polizia municipale». A giudizio del primo cittadino, «non è il momento di organizzare e partecipare a queste manifestazioni», ragion per cui si dice pronto a fare «di tutto per impedire queste iniziative», con «gli autori denunciati per attentato alla pubblica e privata incolumità». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina