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Federica De Luca, il medico messinese che lavora a Berlino: "Qui si premia il merito"

Ci sono sogni più forti di qualsiasi cosa, persino della paura di lasciare tutto e ricominciare da zero. Federica De Luca, trentenne messinese, da quasi 4 anni vive a Berlino e da 2 lavora come medico assistente al “Werner Forssmann Krankenhaus” di Eberswalde, dove sta svolgendo la specializzazione in radiologia.

Una scelta, quella prendere un aereo e volare in Germania, fatta con il cuore, per realizzare il desiderio di diventare radiologo, ma non per questo priva di sacrifici. La giovane ha studiato a Messina, prima al linguistico Brocca dell'Archimede, scelto grazie alla sua passione per le lingue, e poi alla facoltà di Medicina del nostro Ateneo, a cui si è iscritta per seguire le orme del papà, anche lui medico.

«L'idea di partire mi ha sempre stuzzicato - racconta - quando ero alle superiori ho vissuto un anno in America e il pensiero di rifare un'esperienza del genere mi entusiasmava. Dopo la laurea e l'abilitazione ho fatto i test per la specializzazione in Italia, ma non sono andati bene. Tuttavia non mi sono scoraggiata e ho pensato che fosse un segno del destino che indicava che la mia strada era da un'altra parte».

Così grazie ai suggerimenti di un amico che già viveva in Germania, Federica ha deciso senza pensarci troppo di fare le valigie e trasferirsi lì, in una terra che l'aveva sempre affascinata, pur non essendoci mai stata. I primi tempi però sono stati davvero duri e la trentenne ha dovuto superare diversi ostacoli per intraprendere la specializzazione.

“Sono partita dalla Sicilia che ero un medico a tutti gli effetti - ha spiegato- mentre lì il mio titolo non era riconosciuto. Così mi sono rimboccata le maniche per avere la convalida, studiando e lavorando nel frattempo come baby-sitter”. La ragazza ha infatti dovuto conseguire una certificazione di lingua, necessaria per poter presentare i documenti e sostenere l'esame di tedesco medico, indispensabile per ottenere il riconoscimento.

«Non è stato un periodo facile - rivela - ma ho stretto i denti, perché sapevo che era solo una fase temporanea che mi avrebbe aiutato a raggiungere il mio obiettivo». In seguito però, tutta la fatica e l'impegno di Federica sono stati ripagati e il tanto agognato riconoscimento è arrivato: «Ho iniziato così a mandare curriculum a diversi ospedali finché non mi hanno assunto al Werner Forssman. Qui il sistema di formazione specialistica a differenza del nostro Paese è aperto: si viene assunti come medici assistenti e si viene qualificati come medici in formazione. Dopo aver ottenuto una certa esperienza, in un arco di tempo che generalmente è di 5 anni, si può fare l'esame finale. In questa nazione i medici donne sono numerosissimi e sono tenuti in considerazione al pari degli uomini".

"Inoltre, avere un figlio durante la specializzazione è ritenuto un fatto normale e non viene visto come un ostacolo alla carriera. Se oggi mi trovo all'estero, lo devo alla mia famiglia, che anche se è lontana è un supporto sempre vicino, senza il quale non avrei potuto inseguire il mio sogno».

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