«Per il coronavirus siamo indifesi e senza protezione. La stagione turistica è anche a rischio». Gli abitanti di Stromboli, isoletta delle Eolie, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al premier, Giuseppe Conte, e al capo della Protezione civile Borrelli. Oltre 100 le firme.
«Questa mattina - dice Mario Cincotta, primo firmatario - da Napoli è arrivata una troupe televisiva che si fermerà una settimana per girare un documentario. È tutta gente del nord Italia entrata senza alcun controllo. Data la fragilità del nostro territorio, ho chiesto telefonicamente alla guardia medica se ci fossero indicazioni a riguardo, nonostante l’ignoranza assoluta nella popolazione in merito. Mi ha risposto che loro hanno un protocollo su come comportarsi in guardia medica, ma non sanno altro. Mi ha pure detto che i medici in turnazione, sono sette e che tutto ciò che hanno in dotazione per operare sono tre mascherine, un camicie e quattro occhiali, né guanti. Al momento, nella preoccupazione, ho rispedito la mia famiglia a Barcellona Pozzo di Gotto. Posso assicurare che la preoccupazione in tutti è tanta, anche se normalmente siamo abituati alle situazioni critiche».
Gli isolani per uscire da questo incubo hanno richiesto «il potenziamento del servizio sanitario di guardia medica. L'istituzione di posti di controllo sanitario in tutti i punti di partenza verso le isole con tutti i mezzi di linea e per tutti i viaggiatori. Obbligo di controllo sanitario per tutte le persone delle imbarcazioni non di linea dirette alle Eolie, sotto la vigilanza delle forze dell’ordine delegate. Agevolazione sui biglietti di viaggio con l’applicazione della tariffa riservata ai residenti con la sola aggiunta del costo del ticket d’ingresso per i non residenti. Promozione di una scontistica per soggiorni di almeno cinque giorni nelle isole».
«La scorsa estate - ricorda l’isolano Cincotta - la crisi turistica ci fu a causa delle violentissime eruzioni dello Stromboli. Il governo Conte stanziò dei quattrini ma ad oggi non abbiamo visto un euro».
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