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Arcidiocesi Messina celebra S.Francesco di Sales, incontro con direttore Avvenire

“Fare un giornale non vuol dire solo selezionare le informazioni, ma soprattutto immortalare la quotidianità della vita proponendola ai lettori che, responsabilizzati a una riflessione diversa, riescono a guardare oltre il pregiudizio”: la testimonianza del direttore del quotidiano “Avvenire” Marco Tarquinio ridefinisce la professione del giornalista, responsabile di una narrazione positiva capace di rendere memorabile quelle storie che lasciano nella mente e nel cuore un segno indelebile.

“Per raccontare storie buone” è il tema dell’incontro che l’arcidiocesi di Messina ha organizzato per celebrare San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, invitando nella chiesa di S. Caterina il giornalista a una riflessione condivisa con la cittadinanza, e in particolar modo con i giovani studenti delle scuole superiori cittadine.

Tarquinio oltre a richiamare il monito del Santo Padre in occasione della 54ma Giornata mondiale per le comunicazioni sociali a “saper raccontare le storie”, ha ribadito la necessità di riconsegnare alla gente, attraverso una buona informazione, la bellezza del tempo condiviso. Un’urgenza che, in queste settimane di apprensione per l’epidemia da Covid - 19, richiama tutti a una “responsabilità personale”, al valore delle relazioni e del contatto umano.

Prima dell’incontro, organizzato dal parroco della chiesa monsignor Giò Tavilla assieme all’ufficio diocesano comunicazioni sociali, l’arcivescovo monsignor Giovanni Accolla ha presieduto la celebrazione. Il presule ha ricordato come, oggi più che mai, “l’informazione debba rispondere alla vocazione di autenticità, riscoprendo la responsabilità di formare le coscienze, dando voce alla dignità umana”.

In merito alle disposizioni relative al rispetto delle norme igieniche date dalle Autorità civili, in linea con il presidente della Conferenza episcopale siciliana e con la Cei monsignor Accolla, vescovo delegato della Cesi, suggerisce che in tutte le chiese dell’arcidiocesi l’Eucarestia venga distribuita sotto l’unica specie del Pane, ponendola sul palmo della mano, che si eviti lo scambio fisico del segno di pace e che le acquasantiere vengano momentaneamente tenute vuote.

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