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"Corsi d'oro" a Messina, la Cassazione conferma l'associazione a delinquere

La sesta sezione della Corte di Cassazione si è pronunciata sul processo "Corsi d'oro", nello specifico sul primo troncone relativo alla Formazione professionale sul territorio siciliano. In terzo grado, confermato per gli imputati l'associazione a delinquere, sono state dichiarate prescritte le truffe mentre è stato rigettato il ricorso della procura sul peculato d'uso.

La sesta sezione della Corte di Cassazione si è pronunciata sul processo "Corsi d'oro", nello specifico sul primo troncone relativo alla Formazione professionale sul territorio siciliano. In terzo grado, confermata per gli imputati l'associazione a delinquere, sono state dichiarate prescritte le truffe mentre è stato rigettato il ricorso della procura di Messina sul peculato d'uso.

Undici erano gli imputati del procedimento che a settembre del 2018 aveva visto condannare in appello, con riduzioni di pena, la moglie di Francantonio Genovese, Chiara Schirò (1 anno e 8 mesi), Elio Sauta (5 anni) e la moglie Graziella Feliciotto (2 anni e 2 mesi), Carmelo Capone (8 mesi) e Daniele D’Urso, moglie dell’ex sindaco Peppino Buzzanca (4 mesi). Cassata proprio quest'ultima condanna, ridotta a due anni e sei mesi la pena dell'ex presidente di Aram, Sauta mentre la Schirò dovrà ora essere giudicata dalla Corte di Reggio Calabria.

A vario titolo erano state contestate l'associazione finalizzata al peculato ed alla truffa, falsi in bilancio legati agli enti di Formazione professionale, peculato e tentata truffa. Questo "blocco" nato dall'indagine del 2012, non vedeva più coinvolti né l'ex deputato Francantonio Genovese né il cognato Franco Rinaldi, inseriti e condannati nei due gradi d'appello in "Corsi d'oro 2".

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