Decisi sei rinvii a giudizio dal gup di Messina Maria Militello nel procedimento aperto dopo la frana di Letojanni, che nel 2015 ha tagliato in due l’A18 Messina-Catania. Definito il primo step quindi per l’inchiesta che a suo tempo ha aperto il sostituto procuratore Anna Maria Arena, che oggi ha ribadito le sue richieste di rinvio a giudizio per tutti gli imputati e per tutte le tipologie di reato. Richieste accolte integralmente dal giudice. In concreto secondo l’accusa l’appalto affidato dal Cas per la messa in sicurezza della bretella autostradale dopo la frana, sarebbe servito anche a “gonfiare” per decine di migliaia di euro i compensi per l’impresa Musumeci Spa, che effettuò i lavori di messa in sicurezza, per un appalto da mezzo milione di euro. Nel futuro processo deciso dal gup, che si aprirà il 15 aprile prossimo davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Messina, saranno coinvolti - le qualifiche si riferiscono all’epoca dei fatti - l’allora direttore generale del Cas Salvatore Pirrone, il responsabile dell’Ufficio tecnico del Cas Gaspare Sceusa, l’imprenditore Francesco Musumeci, originario di Piedimonte Etneo, amministratore unico della “Musumeci Costruzioni Generali Spa”. E poi il geometra che era in quel periodo in servizio al Consorzio, Antonio Spitaleri, in pensione del 2016, che fu una sorta di «direttore dei lavori autonominatosi», l’ingegnere Francesco Crinò e il geologo Giuseppe Torre. Questi ultimi due professionisti privati furono scelti dall’impresa Musumeci per il progetto di messa in sicurezza che poi si sarebbe rivelato non adeguato, perché il Cas non ritenne nemmeno di far progettare l’opera a tecnici interni del Consorzio. È lunga la lista di accuse contestate dalla Procura in questa inchiesta. Si va dal disastro ambientale all’inadempimento in pubbliche forniture, dal peculato al falso in atto pubblico, dal falso del privato all’abuso d’ufficio. Il gup ha ritenuto sussistenti tutte le ipotesi di reato. I sei imputati sono stati assistiti dagli avvocati Rosario Trimarchi, Alberto Gullino, Giovanni Calamoneri, Francesca Bilardo, Antonio Pillera e Rosa Anna Scalia.