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Caso Atm, alta tensione a Messina: i sindacati denunciano Comune e azienda

I sindacati denunciano Atm e il Comune di Messina. L'accusa è forte: "Una procedura di trasferimento d’azienda nebulosa e contraddittoria in violazione a norme contrattuali e di legge che può mettere a rischio le tutele dei lavoratori ed il futuro di Atm". Chiedono di "accertare e dichiarare antisindacale" il comportamento posto in essere da ATM "in liquidazione e per l'effetto, ordinare alla ATM in liquidazione ed ATM spa, nonché al Comune di Messina nell’esercizio delle sue competenze di controllo, la rimozione degli effetti del comportamento antisindacale e, conseguentemente, ordinare di revocare immediatamente ogni disposizione assunta in mancanza della preventiva informazione e del confronto sindacale, secondo le modalità ed i tempi  previsti dalla legge a tutela dei diritti dei lavoratori e del loro stato giuridico e patrimoniale".

Intanto il Pd ha reso noto che non voterà favorevolmente il Piano di liquidazione di Atm. È questo l’annuncio più importante che i consiglieri Dem di Palazzo Zanca hanno voluto fare stamattina, a poche ore dalla seduta di consiglio comunale in cui si discuterà, appunto, del Piano (inizio previsto alle 15). Sempre oggi, il gruppo del Pd rivolgerà un appello ai colleghi d’aula affinché firmino la proposta di delibera con chi si chiede di istituire una commissione d’inchiesta su Atm. Sono troppe, infatti, secondo il Pd, le anomalie e le criticità sia degli ultimi anni di gestione dell’azienda trasporti, sia della stessa procedura di liquidazione. “La linea del Pd è sempre stata chiara su Atm - ha esordito il capogruppo Gaetano Gennaro -: abbiamo sempre sostenuto che bisognava cambiare passo, che il tempo dell’Atm così come l’abbiamo conosciuta finora è finito. Approdare ad una Spa può essere una delle soluzioni. Ma su questo piano di liquidazione ci sono diversi rilievi di merito che vanno evidenziati, e a preoccuparci sono soprattutto i tempi di questo percorso”.

Felice Calabrò ha spiegato che “non voteremo favorevolmente per diversi motivi di merito. A partire dalle criticità sulla massa debitoria, sui crediti. E poi i tempi: un percorso tracciato con queste pressioni eccessive ci porterebbe a degli errori col rischio di un’interruzione del pubblico servizio. L’interesse è arrivare a un’Atm Spa efficiente a tutela del servizio e dei lavoratori. Oggi faremo un appello al consiglio comunale di firmare la delibera di istituzione di una commissione d’inchiesta. Chi ha sbagliato è importante che inizi a pagare".

"Non se ne può più. Non sto facendo il pm, ci sono certo responsabilità civili, erariali, e non entro nel merito di quelle penali. Le criticità di Atm azienda speciale non possono diventare le criticità di Atm Spa. E che si tolgano dalla mente che il servizio un giorno possa essere affidato a privati, stessa posizione abbiamo sui rifiuti”.

Per Antonella Russo: “A prescindere dai contenuti, il clima che si è creato è il più deleterio possibile per arrivare ad una valutazione serena di un consiglio comunale che deve assumersi una responsabilità gravosa nei confronti della città e dei lavoratori. Quando il sindaco parla di delibera di presa d’atto, salto dalla sedia: come fa a dire che si tratta di una presa d’atto? L’articolo 50 dello statuto di Atm parla di approvazione, di facoltà di modifica, non di presa d’atto. Il commissario liquidatore Picciolo ha detto che sì, può essere modificato, ma che modificarlo significa sostanzialmente bocciarlo. Insomma, il messaggio è il solito ‘o bere o affogare’".

"Altro messaggio che non ci è piaciuto: o si liquida o si fa liquidazione coatta. Ma non sarebbe una scelta, ma eventualmente un dato di fatto. La tempistica, ancora, l’ha decisa De Luca, non è prevista dallo statuto, non è stata concordata con il consiglio comunale. È una strategia politica del sindaco, ma ha fatto in modo che passasse il messaggio che la liquidazione a calci in c..., qui ci sta, deve avvenire perché dal 1. gennaio deve partire la Spa solo perché lo ha deciso lui, senza alcun obbligo giuridico. Altro punto: il ragioniere generale aveva chiesto un parere dei revisori di Atm, anche ammesso che non fosse un obbligo, forse per opportunità e chiarezza sarebbe stato utile avere un conforto. Noi non ci sentiamo colpiti dai toni del sindaco, ad essere colpita è l’istituzione”.

Anche Libero Gioveni ha posto l’accento sui pareri: “Perché quello dei revisori di Atm, non obbligatorio, non è stato ritenuto opportuno chiederlo, e quello dei revisori del comune, non obbligatorio anch’esso, invece sì?”. Da Tani Isaja, vice commissario del Pd, il messaggio politico: “Non accettiamo questi metodi, i consiglieri comunali sono legittimati dal popolo né più né meno del sindaco, certi toni ricattatori non sono accettabili. Non si può accettare nemmeno che si approvino atti che non hanno i giusti requisiti di legittimità e di sostenibilità. Tutta quella parte di cittadinanza che non si riconosce in questo modo di fare politica può trovare voce nel Pd, fermo restando che il Pd continuerà a interfacciarsi sui contenuti utili alla città”.

 

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