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Scuola di contadini? Il sottosegretario alla preside di Messina: "Frase intollerabile"

Peppe De Cristofaro

La frase della "choc" della dirigente scolastica Lidia Leonardi del liceo Seguenza di Messina "Questo è un liceo di alto prestigio, non è come le scuole di montagna, non siete figli di contadini" ha sollevato polemiche su polemiche.

Contestata dagli studenti, dal sindaco Cateno De Luca ("Io stesso sono figlio di contadini e ho frequentato scuole di montagna"), la frase incriminata ha scatenato anche le reazioni del mondo politico e dell'imprenditoria con gli interventi del sottosegretario all'Istruzione Peppe De Cristofaro e del presidente regionale di Coldiretti, Francesco Ferreri.

"Dispiace leggere le affermazioni della Dirigente scolastica di Messina, particolarmente spiacevoli nei toni come nei contenuti, che definiscono un'idea di scuola del tutto differente dal lavoro che fra tante difficoltà stiamo portando avanti", scrive De Cristofaro su Facebook.

"L'immagine della scuola di classe tratteggiata dalla preside siciliana - con un canyon a dividere aula di "montagna", "figli di contadini" e presunti istituti di élite - non è purtroppo un semplice inciampo di una dirigente, ma piuttosto una realtà ancora molto presente nella nostra società", prosegue il sottosegretario.

"Una visione certamente distante dal concetto di democrazia ispirato dalla nostra Costituzione e opposto al progetto di una scuola aperta e inclusiva a cui stiamo lavorando, ma non solo. Infatti l'idea della scuola di classe, di un'istituzione che favorisce o anche solo tollera differenze di possibilità e di qualità della formazione in funzione dell'ambiente di provenienza, è non solo intollerabile, ma finanche inefficace nel contribuire alla crescita economica e sociale di un Paese. La nostra scuola e, insisto, la nostra democrazia si sono fatte forti della possibilità che il figlio dell'operaio, piuttosto che del contadino, potesse diventare dottore o ingegnere. Le affermazioni della Dirigente non sono semplicemente superficiali, ma ci mostrano come certe sfide, nella scuola come nella società, siano ancora campi aperti e come ogni giorno, con il nostro lavoro e con l'impegno di docenti e studenti, è necessario riaffermare con i propri comportamenti un'idea differente, in cui siano accolte tutte le differenze, ad eccezione di quelle di possibilità", conclude De Cristofaro.

Anche la Coldiretti Sicilia, associazione di categoria degli agricoltori, contesta la frase della dirigente scolastica: "Essere contadini è un onore. Essere figli di contadini è una ricchezza in termini di dignità e consapevolezza di contribuire al benessere sociale", afferma Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia. "Durante l' assemblea d'istituto, la dirigente ha affermato che gli alunni del liceo che dirige possono permettersi una spesa non come i figli dei contadini. Si tratta di un'affermazione che lede la professionalità degli agricoltori e che dimostra quanta strada ancora bisogna percorrere per eliminare i luoghi comuni. Chi lavora la terra è spesso laureato con master, parla le lingue, viaggia e certamente contribuisce alla salute e al benessere", conclide Ferreri.

Per Domenico Siracusano, segretario Provinciale di Articolo Uno - Messina, "le improvvide dichiarazioni della Preside del Liceo Seguenza e la successiva strumentalizzazione da parte del Sindaco di Messina sono emblematiche di un approccio inadeguato alle questioni relative alla scuola, alla formazione e alle politiche giovanili. Innanzitutto va sgombrato il campo da una questione: il Seguenza non è una scuola classista, non lo è mai stato. Non saranno, certo, le affermazioni "scriteriate" di una dirigente scolastica a cambiare il senso di una storia. La scuola e l'università sono per tutti, senza distinzione di condizione sociale o altri elementi di discriminazione. Su questo non ci possono essere né confusioni, né errori, salvo dimenticare decenni di lotte che hanno portato all'affermazione del diritto allo studio, garantito e protetto anche dalla Costituzione. E, quindi, da difendere sempre! Allo stesso tempo, sono da deprecare le prese di posizioni strumentali. In questi ultimi anni i tagli alle scuole hanno reso spesso precaria la qualità della vita scolastica. Per anni, istituti di ogni ordine e grado sono stati senza riscaldamento e carenti perfino delle forniture igieniche essenziali. Se è vero che la preside dovrebbe scusarsi, la politica non può certo fare la voce grossa. Il Sindaco De Luca invece di redarguire pensi a fare il proprio lavoro e, anche come Sindaco Metropolitano, dia le risposte che docenti e studenti chiedono alle istituzioni. È vero che non importa dove sei nato e di chi sei figlio, il sistema scolastico deve formare tutti, ma senza le risorse si tratta solo di retorica".

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ieri ha postato un video su Facebook nel quale afferma: "Io stesso sono figlio di contadini e ho frequentato scuole di montagna, perché Fiumedinisi è un comune montano. Io non mi devo vergognare. Queste affermazioni sono molto gravi, io non chiedo le sue dimissioni ma è giusto che lei chieda scusa. Deve farlo proprio perché guida un liceo prestigioso e per dare un esempio ai ragazzi, quando uno sbaglia deve avere il coraggio di ammettere l'errore e di chiedere scusa. Come è capitato di fare tante volte anche a me".

A prendere posizione anche il deputato regionale del M5s, Antonio De Luca: «Quando ho visto il video della professoressa Leonardi che chiedeva un contributo ai suoi studenti non riuscivo a credere che fosse veramente la preside di un istituto scolastico. Mi adopererò per rappresentare i fatti nelle sedi opportune. Dico questo perché sono assolutamente convinto che il primo dovere di un insegnante di qualsiasi ordine e grado sia innanzitutto quello di trasmettere agli studenti i valori della nostra Carta Costituzionale, primo tra tutti il principio di uguaglianza formale e sostanziale davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

«In nessun caso può essere consentito a un insegnante di trasmettere ai propri studenti messaggi che violano il rispetto della dignità umana. Un insegnante dovrebbe evitare di fare pubblicamente i conti in tasca alle famiglie, poiché rischia di mortificare quei genitori che sono costretti ad affrontare grandi sacrifici per garantire un'istruzione dignitosa ai propri figli e per i quali spendere 50 euro in più può rappresentare una seria difficoltà in questo particolare momento storico».

«È evidente - conclude Antonio De Luca - che chi veicola un messaggio simile ha poco da insegnare e molto da imparare e forse, proprio per questo motivo, dovrebbe fare un po' di esperienza in quei luoghi che sembra considerare negativamente». Il deputato regionale si dice «fiducioso che la direttrice, compreso l'errore compiuto, sarà lesta nello scusarsi con i propri studenti e con le loro famiglie, così come con le comunità montane e quelle contadine».

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