Potrà restare nella propria casa la famiglia di Messina colpita da un divieto di avvicinamento. Lo ha deciso il Tribunale della Libertà, contro l’ordinanza del gip. Il caso aveva suscitato notevole clamore mediatico nei giorni scorsi, anche per la netta presa di posizione della attrice ed imprenditrice Maria Grazia Cucinotta, che aveva evidenziato come il provvedimento di rigore, disposto nei confronti dei genitori, aveva di fatto prodotto effetti gravemente destabilizzanti sul precario equilibrio psichico del figlio minore della coppia, purtroppo affetto da grave disabilità. L’incubo della famiglia, costretta a lasciare nottetempo la casa di abitazione, ottenendo provvisorio ricovero presso un parente, è durata poco meno di una settimana. “Non conosciamo ancora la motivazione della ordinanza di accoglimento del ricorso - hanno dichiarato gli avvocati difensori Favazzo ed Amata - ma riteniamo che le argomentazioni poste a sostegno delle ragioni di insussistenza della condotta di stalking oggetto della incolpazione provvisoria, siano state ampiamente condivise dal Collegio, così comportando la revoca immediata della misura cautelare". "Non vi è dubbio che tra le due famiglie vi siano stati e ci siano contrasti di varia natura, che hanno portato a denunce reciproche e reiterate nel corso degli anni, ma che ciò potesse essere qualificato in termini di stalking è subito apparso, a questa difesa, difficilmente sostenibile. Ciò era già stato evidenziato al Gip in sede di interrogatorio di garanzia, cui, richiamando la copiosa documentazione prodotta, si era chiesto, inascoltati, la revoca della disposta cautela". "Il risultato oggi ottenuto, anche per la autorevolezza del Giudice da cui proviene e per la celerità della pronuncia, restituisce ai nostri assistiti ed a quanti sono stati loro vicini in questo difficile momento, la fiducia dagli stessi da sempre riposta nella Giustizia. Ci auguriamo che la decisione di oggi possa esser di monito per chi non ha agito con la sensibilità che il caso imponeva, rivolgendo le proprie accuse anche e soprattuto all’indirizzo di un minore disabile, incurante di procurare allo stesso un sicuro ed estremo disagio”.