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Dall'Argentina alla Sicilia per stanare il tenente Malatto: il dibattito a Furnari

Carlos Luis Malatto

Sono circa trentamila i “desaparecidos”, ovvero gli scomparsi che negli anni della dittatura argentina - tra il 1976 e il 1983 - furono sequestrati, torturati e uccisi, perché contrari al regime. Di loro non rimaneva traccia nei registri dei commissariati di polizia o delle autorità militari. Non si sapeva più nulla. Neppure il decesso. Sequestrati e deportati in centri di detenzione clandestina subirono «abusi e violenze». A fare luce su questi crimini di lesa umanità il dibattito svoltosi nella serata di venerdì scorso nei saloni di Palazzo Marziani a Furnari.

Promotori l’amministrazione comunale e l’associazione “24 marzo Onlus”, presieduta da Jorge Ithurburu che, nel suo intervento, ha esposto una dettagliata analisi tratta dagli atti processuali argentini, in cui appare il nome di Carlos Luois Malatto, ex militare fuggito in Italia per sottrarsi alle condanne.

L’ex militare da tempo si era stabilito a Portorosa di Furnari, fino a quando alcuni giornalisti non l’hanno riconosciuto, raccontando la sua storia. Come sottolinea Ithurburu «il nome di Malatto appare centinaia di volte nelle sentenze e, quando parlano di lui, lo definiscono latitante. È fuggito in Italia perché in Argentina non è possibile essere giudicati in contumacia».

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Messina

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