Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

L'inchiesta sulle bollette idriche a Taormina, così i pagamenti finivano in conti privati

Giovanni Coco e Francesco La Face

Sono tre gli indagati nell’ambito dell’operazione “AcqueWin” delle Fiamme gialle. Oltre all’avvocato Francesco La Face e all’ex dirigente del Comune di Taormina Giovanni Coco, nelle maglie dell’inchiesta delle Fiamme gialle è finito anche Roberto Mendolia, 57 anni, originario di Taormina. Deve rispondere di favoreggiamento personale, in quanto avrebbe aiutato La Face «a dichiarare falsamente» alla Guardia di finanza «di non aver versato allo stesso la somma richiesta» con una diffida e messa in mora del 3 settembre 2014, relativa al pagamento di oltre 3.700 euro, «per fatture insolute del servizio idrico» di Palazzo dei Giurati. Avrebbe anche riferito ai militari «di non vedere La Face da qualche mese, mentre in realtà, si era recato presso il suo studio il 13 dicembre 2018». Le investigazioni sono state avviate con le intercettazioni facenti parte di un procedimento penale a carico di ignoti, per il reato di appropriazione della tassa di soggiorno da parte dei gestori di diverse strutture alberghiere ed extralberghiere e di una verifica fiscale, il 26 febbraio 2018, nei confronti di La Face. Il quale aveva il compito, per conto del Comune, di recuperare dei crediti del servizio idrico nei confronti degli utenti morosi. Si è scoperto, si legge nell’ordinanza firmata dal gip Maria Militello, che «negoziava direttamente sul conto corrente personale gli assegni» di chi doveva pagare, versando nelle casse di Palazzo dei Giurati «solo una minima parte di quanto incassato». Solo Coco «era realmente a conoscenza dei pagamenti effettuati» e, fatto allarmante, «l’appropriazione del denaro pubblico da parte degli indagati era nota a molti impiegati addetti al servizio», ma «l’omertà e la connivenza dei pubblici dipendenti ha consentito il perpetrarsi nel tempo delle condotte illecite». Importanti prove i finanzieri le hanno acquisite analizzando il software “AcqueWin3”, utilizzato da Coco fino al 2016. «Sul desktop del computer rinvenuta una cartella denominata “pagamenti” dove, in un foglio formato excel, sono riportati i pagamenti effettuati», si evince dall’atto che dispone le misure cautelari personali e reali. La Face è difeso dall’avvocato Salvatore Silvestro, del Foro di Messina, il quale spiega che il su cliente si riserva di chiarire le vicende contestate nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

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