A Militello Rosmarino, ovviamente, non si parla di altro. L'argomento è la suora rimasta incinta, la religiosa, di origini africane, in servizio all’istituto “SS. Bambino Gesù Collegio di Maria” è molto conosciuta nel piccolo paese dei Nebrodi, in provincia di Messina.
Nessuna dichiarazione ufficiale - riporta la Gazzetta del Sud in edicola - si registra da parte dell'ordine religioso al quale appartiene che già la scorsa settimana, immediatamente a seguito del controllo medico in ospedale, ha disposto il trasferimento della suora in un'altra sede.
Dagli stessi ambienti ecclesiastici fanno sapere che la donna, dopo avere partorito, potrà scegliere di abbandonare l'Ordine per dedicarsi al ruolo di mamma a tempo pieno. La comunità di Militello Rosmarino è stata investita, suo malgrado, da una grande risonanza mediatica.
Una situazione sulla quale il sindaco Salvatore Riotta si dice rammaricato: «C'è rammarico per quanto avvenuto. La nostra comunità di 1.200 abitanti è sconcertata per il modo in cui taluni hanno trattato la notizia, non in modo riservato come si doveva. La situazione è stata gestita male – ha detto Riotta –. Conosco bene la suora, che meno di un anno fa ha preso i voti e si fa da sempre volere bene da tutti. Il collegio Bambin Gesù è un istituto molto serio – sottolinea quindi il sindaco –. Nel tempo è sempre stata la realtà più positiva del paese. Nel collegio si occupano anche di famiglie indigenti e bambini in difficoltà. Anche per questo siamo delusi per l'accaduto e per come sia stata gestita la notizia ma il buon nome dell'istituto non è in discussione».
Il caso di Militello Rosmarino non è l'unico. Un episodio analogo ha sorpreso la comunità di Ispica, in provincia di Ragusa, dove un'altra suora, originaria del Madagascar e responsabile di un servizio di assistenza per anziani, ha anche lei scoperto di aspettare un bambino.
La donna fungeva anche da madre superiora ed ha lasciato l'istituto di cui era ospite facendo ritorno nel suo paese d'origine.
Quanto accaduto in Sicilia non è però l'unico caso in Italia. Nel 2014, a Rieti, la notizia di una suora incinta fece ben presto il giro della città, con un tamtam mediatico che costrinse l'ospedale locale a predisporre un servizio di sicurezza per tenere lontano i troppi occhi indiscreti.
La donna, di origini salvadoregne, diede alla luce un bambino e decise di lasciare l'ordine religioso per dedicarsi anima e corpo al piccolo. Un anno dopo, nelle Marche, una novizia diede alla luce un altro bambino. Un caso che riportò alla memoria quello di un'altra religiosa, una 40enne di origini congolesi, che nel 2011 partorì, sempre nelle Marche, dopo aver denunciato di essere stata violentata da un sacerdote suo connazionale. Inizialmente la donna, che lasciò i voti, decise di non riconoscere il piccolo, salvo poi cambiare idea poco più di due mesi dopo ingaggiando una lunghissima battaglia legale. Battaglia terminata con una sentenza della Cassazione che le riconobbe il diritto di ripensamento riconsegnandole, tre anni e mezzo dopo, il figlio legittimo che inizialmente era stato dato in affidamento ad una coppia del Maceratese.
Caricamento commenti
Commenta la notizia