Omicidio aggravato. Perché «cagionava la morte di Alessandra Musarra, persona alla quale era legato da relazione affettiva e con cui era stabilmente convivente». Omicidio aggravato, perché «all'esito di una lite intercorsa con la compagna, aggrediva la donna, percuotendola reiteratamente ed altresì strangolandola fino a cagionarne la morte». È il lunguaggio giudiziario di un atto conclusivo delle indagini che racconta sulla Gazzetta del Sud in edicola il femminicidio della povera 29enne Alessandra Immacolata Musarra, la donna trovata senza vita nella casa di contrada Campolino, a S. Lucia sopra Contesse, nel marzo scorso. Per il sostituto procuratore Marco Accolla, il magistrato che da quel giorno conduce le indagini, non ci sono dubbi. A stringere le sue mani intorno al collo della povera ragazza, nella notte precedente l'8 marzo, il giorno della Festa della donna, è stato il fidanzato 26enne Cristian Ioppolo.