“Devo fare delle doverose precisazioni, come procuratore di Patti, sul cosiddetto caso Antoci”. Il capo della Procura di Patti, Angelo Cavallo, a margine della conferenza stampa sugli arresti di Brolo, ha voluto dire la sua dopo le polemiche seguite alla relazione della commissione Antimafia.
“Ho letto con attenzione la relazione, sono stato lungamente ascoltato dalla commissione. Ho letto anche che il presidente della commissione Fava avrebbe auspicato una riapertura delle indagini per la morte dell’assistente capo Tiziano Granata e dell’ispettore Rino Todaro. Questo, lo voglio chiarire, non viene affermato nella relazione, anzi, la commissione ritiene la vicenda chiusa. Prendo atto anche che i consulenti della commissione, in conferenza stamp, hanno escluso il collegamento tra queste morti e l’attentato Antoci, confermando che siano dovute, per quanto si tratti di una incredibile coincidenza, a fattori naturali. Sono state riportate le mie parole, ho affermato che siamo pronti a riaprire le indagini in presenza di nuovi spunti seri. Voglio dire che qualsiasi procuratore in presenza di elementi nuovi ha l’obbligo di riaprire le indagini. Ma questi elementi allo stato non ci sono, né sono stati evidenziati dalla commissione. La commissione ha sentito le stesse identiche persone ascoltate da noi. Per quanto riguarda l’attentato Antoci - aggiunge Cavallo - ribadisco con forza l’assoluta correttezza di quelle indagini. Non sono assolutamente d’accordo con le critiche e le censure emerse, ho cercato di spiegare, quando sono stato ascoltato per ben tre ore, tutti gli elementi dell’indagine, evidentemente non sono stato capace di spiegarmi”.
Quindi un messaggio a chi oggi cura la Procura di Messina: “Purtroppo non posso entrare nello specifico di questo aspetto, perché non sono più nella procura di Messina. Mi aspetto che lo faccia il procuratore di Messina, visto che è lui oggi il responsabile di quell’ufficio”.
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