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L'untore messinese sieropositivo, gli inquirenti: sapeva di avere l'Hiv, disprezzo per la vita altrui

Aids, una guerra con 44mila morti in Italia dal 1982

Si è fatto regalare perfino una Porsche. Dalla donna che ha ucciso. Una sera, in quel periodo che erano lontani da Messina, le ha dato un pugno in testa così forte che lei è quasi svenuta. Un'altra volta la donna, terrorizzata, s'è rifugiata in un convento di suore.

E nelle scene dell'inferno privato ci sono ancora altre vicissitudini. L'inferno privato dell'avvocatessa messinese 45enne S.G., morta di Aids il 18 luglio del 2017, dopo il contagio del compagno.

Compagno, L.D.D., 55 anni, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, che lunedì è stato arrestato su richiesta della Procura con l'accusa di omicidio, proprio perché magistrati e carabinieri della sezione di Pg sono certi che conosceva da tempo il suo stato di salute, ovvero l'essere portatore del virus Hiv, e non lo ha mai rivelato alla compagna poi deceduta.

E alle altre donne con cui, in questi anni, sin dal 2010, ha intessuto relazioni e procreato, infettandone alcune.

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