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Sparatoria davanti ad una discoteca a Grotte, il giudice: "Personaggi inquientanti"

Fatti di estrema gravità, inquietante personalità dei rei, per un «nitido quadro di folle sparatoria». Sono distillate in quattordici pagine le motivazioni della sentenza d'appello che nel maggio scorso ha ribadito una pesante condanna per tentato omicidio ai due sparatori del “M'Ama”. Ovvero il 24enne Alessandro Cutè e il 26enne Gianfranco Aloisi, protagonisti della sparatoria davanti al lido-discoteca di Grotte, avvenuta la notte del 22 luglio 2017, che provocò il gravissimo ferimento di una ragazza. E tutto questo perché i due poco tempo prima non erano stati fatti entrare in discoteca per una serata solo ad inviti.

I giudici d'appello, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, hanno ridotto di poco la pena del primo grado (16 anni e 8 mesi), infliggendo ai due 14 anni. Nelle motivazioni spiegano che hanno ragionato "in termini leggermente più contenuti".

Detto questo nelle motivazioni i giudici di secondo grado spiegano che «.. la scelta del gup di infliggere una pena consistente, appare giustificata dalla gravità del fatto e dalla inquietante personalità dei rei. Si tratta di soggetti i quali hanno dimostrato di non avere difficoltà a reperire armi ed organizzare, nel volgere di brevissimo tempo, una azione ritorsiva di eccezionale e spropositata portata".

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