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Mafia dei Nebrodi, Antoci: "Le condanne siano da monito"

Giuseppe Antoci

Giro di vite sulla mafia dei Nebrodi. L'inchiesta portata avanti con grande competenza dalla Guardia di finanza di Enna e dalla Tenenza di Nicosia, con il coordinamento della Dda di Caltanissetta, ha messo in luce un metodo grazie al quale un gruppo di imprenditori agricoli si aggiudicava i pascoli del demanio di Troina attraverso la turbativa d’asta, l'abuso d’ufficio, la truffa aggravata sui contributi Agea, il tutto aggravato dal metodo mafioso.

E’ proprio quel Protocollo che, per l'ex presidente del Parco Giuseppe Antoci, ha stroncato gli affari delle mafie che lucravano sui Fondi Europei.

"Il mio ringraziamento e i miei complimenti alla Dda di Caltanissetta, al Procuratore Amedeo Bertone e ai suoi Sostituti Pasquale Pacifico e Claudia Pasciuti, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Giuseppe Licari e a tutti i suoi uomini che – dichiara Antoci - con il loro lavoro hanno confermato e debellato il clima e i metodi usati che abbiamo, con forza, combattuto con il Protocollo e la Legge. Provo inoltre soddisfazione per l'impegno in Europa dell'Onorevole Ignazio Corrao che si sta adoperando per combattere il fenomeno e per trasferire l'esperienza del Protocollo di Legalità anche a Bruxelles. Sarebbe un importante passo avanti e per questo lo ringrazio - aggiunge Antoci.

“Tali risultati e tali conferme siano da monito ai silenti mascariatori e delegittimatori che a tutti i livelli stanno tentando, con i soliti schizzi di fango, di fermare la nostra azione. Noi non ci fermeremo e anche per loro arriverà la scure della giustizia. Le prime condanne sono già arrivate. I corvi, quando svolazzano troppo, restano spesso senza penne – conclude Antoci.

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