Il boss di Barcellona, i giornali in cella e il regime del “41 bis”: la storia finisce in Cassazione
Un boss mafioso ristretto al “41 bis” ha diritto di leggere i giornali della sua città e delle altre aree geografiche? È sostanzialmente questo il quesito che gira intorno ad una questione giuridica molto interessante, che di recente ha coinvolto il boss barcellonese Giovanni Rao. Su richiesta della direzione della casa circondariale de L’Aquila - si legge sulla Gazzetta del Sud in edicola -, con un provvedimento dell’ottobre 2018 la Corte d’assise di Messina aveva il “divieto di acquisto o ricezione dei giornali di stampa locale, indipendentemente dalla loro provenienza geografica, per il periodo di mesi sei” a carico di Rao. Uno dei legali di Rao, l’avvocato e costituzionalista Franco Scattareggia, ha proposto per suo conto reclamo ex art. 14-ter della legge dell’Ordinamento penitenziario davanti al Tribunale di Messina, lamentando una “lesione del diritto all'informazione” del proprio assistito. La storia è finita in Cassazione. E la prima sezione penale della Cassazione sembra aver dato raigone all’avvocato Scattareggia, poiché ha annullato il provvedimento contestato ed ha rinviato gli atti al Tribunale di Messina per un nuovo esame.