Si è chiuso nella serata di ieri con tre condanne e un'assoluzione l'ennesimo processo in tema di oneri riflessi, che vedeva coinvolti due ex consiglieri comunali, ovvero Elio Sauta e Gaetano Caliò, e anche due “datori di lavoro”, Nicola Bartolone e Marco Arcidiacono, come rappresentanti legali per un certo periodo della onlus. Al centro c'era infatti l'attività dell'Aram, ovvero l'Associazione per le ricerche nell'Area Mediterranea, che poi è una delle onlus che è stata imputata come persona giuridica nel processo “Corsi d'oro” sulla formazione professionale. Il giudice monocratico della seconda sezione penale Fabio Pagana ha inflitto tre condanne: 2 anni e 6 mesi di reclusione più una multa di 600 euro a Sauta, un anno e 4 mesi più 500 euro a Caliò, un anno e 8 mesi più 700 euro ad Arcidiacono. La pena sospesa è stata accordata solo a Caliò e Arcidiacono (Sauta ha già registrato pesanti condanne nei due processi “Corsi d'oro”). I tre dovranno poi risarcire le parti civili. Il giudice ha invece assolto da tutti le accuse contestate Bartolone, per alcuni capi d'imputazione con la formula «perché il fatto non sussiste», per altri con la formula «per non aver commesso il fatto». L'accusa, il pm Roberto Conte, aveva chiesto invece quattro condanne, ma una pena più tenue per Sauta. Secondo le contestazioni accusatorie iniziali, i quattro rispondevano di truffa e falso del privato in atto pubblico: Sauta e Caliò come “percettori” dei rimborsi durante il mandato politico a Palazzo Zanca, gli altri due come datori di lavoro. A suo tempo avrebbero attestato falsamente in concorso, secondo l'accusa, per un verso l'attività lavorativa e per altro verso il percepimento delle retribuzioni con la presentazione di buste paga “virtuali”, cioé senza aver materialmente acquisito il denaro dall'Aram. All'interno della onlus in questione tra il 2012 e il 2013, è questo il periodo scandagliato a suo tempo dall'inchiesta, i quattro rivestivano formalmente ruoli diversi: Sauta era “direttore regionale in servizio presso la sede didattica di Messina”, Caliò era “formatore”, Bartolone era prima “vice presidente” e poi “direttore”, infine Arcidiacono “direttore amministrativo”. Il collegio difensivo è stato composto dagli avvocati Nicola Giacobbe, Salvatore Papa, Alberto Gullino, Giuseppe Tortora e Diego Foti.