La Commissione elettorale per le prossime consultazioni elettorali all’Ordine degli avvocati di Messina s’è insediata ieri pomeriggio e quasi in contemporanea s’è avuto dalla Corte Costituzionale l’esito sulla legittimità del divieto del terzo mandato consecutivo.
La Corte ha in pratica escluso che il divieto in questione - che comunque consente la ricandidabilità dopo un quadriennio di sosta -, violi il diritto di elettorato passivo degli iscritti e ha considerato che la norma censurata realizza un ragionevole bilanciamento con le esigenze di rinnovamento e di parità nell’accesso alle cariche forensi.
Questo significa che molto probabilmente già oggi potrebbero esserci novità tra i 52 candidati che si sono presentati alla competizione messinese, ovviamente tra coloro che hanno già alle spalle due mandati consecutivi, sulla opportunità di fare o meno un passo indietro.
Intanto la commissione elettorale s’è insediata, ed è presieduta dall’avvocato Gaetano Mercadante, segretario sarà la collega Simona La Spina. Ci sono altri sette membri effettivi più tre membri supplenti. E una delle prime questioni da affrontare sarà probabilmente la presenza... di altri due candidati oltre i 52 già ufficializzati. A quanto pare si tratta di due colleghe che avevano presentato la propria candidatura nella primissima fase, quando cioè non era ancora sorta la questione tecnica sciolta ieri dalla Corte Costituzionale. Il quesito sostanzialmente è uno: le due candidate della prima ora potranno essere ammesse alla competizione qualora ne facessero richiesta? Oppure, mettiamola così: la loro candidatura è da ritenersi valida? Gli interrogativi saranno sciolti dalla commissione elettorale.
Intanto ieri con una nota si registrano già le prime prese di posizione dopo il pronunciamento della Consulta: «Gli avvocati Paolo Vermiglio, Aurelio Maiorana, Antonio Barbera e Ferdinando Amata, che già all’indomani dell’introduzione della nuova normativa avevano rinunziato alle candidature, accolgono senza particolare enfasi la decisione della Corte Costituzionale. Le disposizioni erano infatti chiare nell’interdire la ricandidatura oltre il secondo mandato e la diversa interpretazione prospettata dai colleghi dell’opposto schieramento appariva strumentale alla volontà di alcuni di conservare lo status quo, anche a rischio di trascinare l’Istituzione Forense in dispute giudiziarie a certamente inopportune. Oggi, dal giudice delle leggi, è stata scritta la parola fine. Per parte nostra nulla di nuovo sotto il sole, andremo al voto a sostegno di una squadra ben definita, che ha già espresso l’avvocato Isabella Barone quale nuovo Presidente, composta da alcuni validi consiglieri uscenti e da altri colleghi di chiara fama e senso di responsabilità, che - siamo certi - saprà svolgere con competenza, dignità e decoro il delicato mandato che gli elettori gli affideranno per rilanciare il nostro Ordine».
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