I progetti ci sono, manca il presente. Nella prima vera domenica d'estate, tornano tutti gli sfregi, i limiti, i segni di decadenza e di assenza di servizi che da decenni rendono le spiagge pubbliche della riviera nord di Messina tra le meno decorose di Sicilia.
Il racconto di una città risulta fin troppo agevole quando le immagini sono più eloquenti dei commenti. Eppure l'analisi e la riflessione sono vitali. Prima di dare qualche dettaglio sui quattro poli di balneazione ieri presi in esame (Capo Peloro, Sant'Agata, Pace e Paradiso) ecco il filo conduttore delle varie spiagge libere che tra un lido e l'altro, si susseguono da Paradiso a Capo Peloro.
Nel complesso le docce pubbliche non esistono, gli accessi normali (in termini di comodità e decoro) sono una minoranza mentre abbondano quelli poco agevoli se non rischiosi, i cumuli di materiali ingombranti proliferano grazie al parcheggio-abbandono di barche. Si arriva a casi estremi: un lido a pezzi a Pace, una barca del volontariato abbandonata e a pezzi a Fiumara Guardia.
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