Accade tutto in pochi secondi, dopo un tentativo di sorpasso con il proprio scooter. E' il momento delle indagini, dopo il drammatico incidente di ieri pomeriggio in via Consolare Pompea, sulla litoranea di Messina, in cui è rimasta uccisa Margherita Rosso, la studentessa di Ingegneria di 24 anni. La dinamica dell’incidente sembra prendere forma col passare dei minuti, anche grazie alle testimonianze di chi è stato involontario spettatore della tragedia. Margherita viaggia in direzione nord, lungo la litoranea. Il punto fatale è nella terra di mezzo tra Paradiso e Contemplazione. Davanti a Margherita c’è un grosso camion, uno di quegli autoarticolati che fanno la spola dall’impianto dei rifiuti di Pace. Non è un mezzo di MessinaServizi, ma di una ditta che lavora con la società dei rifiuti. Qui si entra nel campo delle ipotesi da confermare, ma che vengono fuori dal racconto dei testimoni. Un tentativo di sorpasso, che però si arresta nel momento in cui dalla corsia opposta, in direzione nord-sud, arriva una Fiat Uno rossa. Margherita allora vira bruscamente a destra, ma il motorino fatalmente si “incastra” con una parte del grosso camion. E perde il controllo dello scooter. Il motorino schizza via, andando a sbattere proprio con la Fiat Uno, spaccandone anche lo pneumatico anteriore sinistro. Margherita, invece, viene travolta dalle enormi ruote “gemelle” del camion. Così grosso, che prosegue il suo percorso, perché è pressoché impossibile per l’autista accorgersi di quanto sta avvenendo. Sono le urla di chi è in strada, a partire proprio dal conducente della Fiat Uno rossa, a fargli capire che qualcosa, invece, è successo. Qualcosa di terribile e che è già irrimediabile. Tutto si ferma. Un autobus dell’Atm si arresta proprio di fronte all’angosciante scenario. Tutto si ferma. Il traffico viene bloccato a chilometri di distanza, da una parte e dell’altra. Tutto si ferma, e ripartirà solo dopo quattro ore. Tutto si ferma, ma nulla ripartirà davvero come prima.