Scongiurata la sospensiva dello schema di contratto di servizio tra Messina Social City e Comune. Il Tar di Catania ha rigettato il ricorso presentato dall'Unione Nazionale Consumatori spiegando in sostanza che, sebbene non si sia ancora entrati nel merito della fondatezza delle censure descritte all'interno del ricorso, non c'è «alcuna certezza sull'avvio dell'attività prestazionale da parte della Azienda Speciale, quale circostanza tale da determinare il rischio dell'insorgere di un pregiudizio grave e irreparabile per la platea dei potenziali destinatari». Il ricorso era stato presentato ad inizio febbraio quando ancora la Messina Social City non era stata “battezzata” ufficialmente (è dal 1. marzo che la società ha, infatti, iniziato ad operare) ed è in sostanza per questo motivo che il Tar ha deciso di non concedere la sospensiva, perché quando è stata avanzata l'istanza l'Azienda neppure esercitava ancora. Ad esultare, immediatamente ed in prima persona, è stato il sindaco Cateno De Luca, anche se la vicenda non si è affatto conclusa, perché i giudici dovranno ancora entrare nel merito delle presunte illegittimità dello schema di contratto di servizio, tra cui, si legge nel ricorso dell'Unione Nazionale Consumatori, la più evidente è che «la Carta dei servizi possa essere redatta non prima dell'attivazione dei servizi in concessione ma addirittura entro un anno dall'attivazione di tutti i servizi affidati. Con l'ovvia conseguenza che, ove non venga attivato anche solo uno dei servizi previsti non scatterebbe il termine annuale (già di per sé illegittimo) per l'attivazione della Carta dei servizi». L'articolo completo nell'edizione odierna di Messina della Gazzetta del Sud.