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Messina, scaricabarile su assunzioni e long list nell'azienda Social City

La firma dei contratti dei lavoratori assunti nella Messina Social City

Un costante “scaricabarile”. Non c'è altro modo, in questo momento, per definire tutto quello che ruota attorno alla “Messina Social City”, l'azienda speciale che dallo scorso 1 marzo gestisce i servizi sociali per conto del Comune di Messina attraverso oltre 500 lavoratori assorbiti direttamente (senza concorso) dalle coop.

Ieri in commissione Servizi Sociali, davanti a una trentina di lavoratori "storici" esclusi dall'azienda che sperano nella cosiddetta "long list" un avviso di selezione pubblico "parallelo" al passaggio diretto dei 500 lavoratori, l'assessore al ramo Alessandra Calafiore ha voluto precisare che «l'Amministrazione sta procedendo sulla scorta delle indicazioni del Consiglio». Una dichiarazione che sembra “scaricare” ogni responsabilità politica sul civico consesso, respinta ieri con fermezza da parecchi consiglieri.

Intanto proprio l'ufficio di presidenza del Consiglio comunale ha risposto all'assessorato regionale alle Autonomie locali che, a seguito di un esposto,  ha chiesto lumi anche ai “vertici” dell'aula sull'operazione "Social City".

«Si fa presente - recita la nota del presidente del Consiglio comunale Claudio Cardile - che il consiglio comunale non ha alcuna competenza in merito all'assunzione del personale nell'Azienda speciale». Cardile ha concluso facendo, inoltre, presente che «gli atti gestionali, tra i quali le assunzioni, sono deliberate dal Cda della Messina Social City e sono di loro esclusiva prerogativa». Anche il consiglio comunale, insomma, sembra voler prendere le distanze da una “patata sempre più bollente”.

Per saperne di più leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.

 

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