Escono di cella i due favoreggiatori che secondo la Procura hanno coperto la breve latitanza di Francesco Mangano, ricercato per l'operazione antidroga “Sfizio”, e scovato dai finanzieri del Nucleo mobile in una ex Casa cantoniera a Saponara. La decisione è del gip Monica Marino, che sul piano tecnico ha comunque confermato in toto l'operato dei militari, convalidando gli arresti effettuati la notte del 3 aprile. Quello a cui ha detto “no” il gip è la richiesta di applicazione della misura cautelare ai due soggetti, che era stata avanzata dalla Procura. Si tratta del 35enne Letterio De Pasquale e del 28enne Roberto Geracitano, entrambi assistiti dall'avvocato Salvatore Silvestro. A tutti e due è contestato il favoreggiamento personale per aver in qualche modo dato asilo a Mangano, e in più De Pasquale - era lui che abitava nella ex Casa cantoniera -, deve rispondere di resistenza a pubblico ufficiale: quando i finanzieri hanno fatto irruzione per catturare Mangano ha puntato verso di loro una pistola che - ma s'è scoperto solo dopo -, era priva del caricatore. Per arrivare al latitante è stata fondamentale un'intuizione investigativa: il gps “agganciato” al suo motorino ha permesso ai finanzieri di tracciare i suoi movimenti, fino ad arrivare a Saponara, dove l'apparato ha cessato di trasmettere. Perché? Perché Mangano, De Pasquale e Geracitano hanno provveduto a rimuoverlo. Ma era troppo tardi, il segnale era stato ormai intercettato fino a Saponara. Per saperne di più leggi l’articolo completo su Gazzetta del Sud – edizione Catanzaro in edicola oggi.