La procura della Repubblica vuol vederci chiaro. Sono stati già acquisiti dalla polizia giudiziaria numerosi atti per approfondire ruoli, competenze e cause dell'inerzia che in questi anni non ha consentito la bonifica e la riqualificazione della Zona falcata. Dopo l'esposto presentato nel marzo 2018 da alcuni cittadini e associazioni, con in testa gli “Amici del Museo” di Franz Riccobono, proprio in questi giorni si è aperto in procura un corposo fascicolo al fine di accertare eventuali responsabilità e reati di natura penale, relativi alle situazioni di scempio ambientale che deturpano la Falce e il cui simbolo è rappresentato dalle vergognose condizioni in cui si trova la Real Cittadella. La manifestazione svoltasi la scorsa settimana - nell'ambito delle rievocazioni dell'anniversario dell'eroica difesa da parte delle trippe borboniche della Real Cittadella assediata - ha contribuito a riaccendere i riflettori sulla Falce e sul monumento che ne occupa gran parte della superficie (la fortezza secentesca più articolata e importante dell'intero Mediterraneo, occupata in parte abusivamente e in parte ridotta a letamaio). Si sono smosse di nuovo le acque, dopo le ripetute denunce e i reportage che vedono protagonisti, come accade da decenni, la Gazzetta del Sud e alcune associazioni e donne e uomini di buona volontà. Speriamo che si vada fino in fondo nell'accertare le responsabilità ma soprattutto che questo ritorno di attenzione rivolta alla porzione più preziosa del nostro territorio produca risultati concreti e tangibili nell'immediato futuro. L'articolo completo nell'edizione odierna di Messina della Gazzetta del Sud.