Si conclude con una condanna e tre assoluzioni il processo per la tragedia della Stazione marittima avvenuta nell'aprile del 2013, che provocò la morte della 31enne Caterina Del Giudice, tenente della Guardia di Finanza che, alla guida della sua Fiat Seicento, all'improvviso precipitò dalla rampa di accesso della stazione marittima che conduceva alla nave Scilla. Il procedimento, che si è chiuso in primo grado davanti al giudice monocratico Massimiliano Micali, vedeva coinvolte quattro persone: Carmelo Rogolino, in qualità di responsabile della Struttura organizzativa direzione navigazione di Rfi; Antonella Carrubba, responsabile dell'Area tecnico contrattualistica, e delle programmazioni delle manutenzioni ordinarie e straordinarie di Rfi; Andrea Cucinotta, project manager e responsabile del progetto per i lavori di ristrutturazione; Antonio Crisci, direttore dei lavori per il progetto di ristrutturazione e messa in sicurezza. Le imputazioni originarie erano diversificate: Rogolino e la Carrubba dovevano rispondere di omicidio colposo, mentre Cucinotta e Crisci di attentato alla sicurezza dei trasporti. Sono stati assistiti dagli avvocati Alberto Gullino, Bonni Candido, Giovanni Previti, Roberto Tricoli, Massimiliano Miceli, Fabrizio Biondo e Laura Cucinotta. Il giudice Micali ha condannato a due anni, con pena sospesa, il solo Rogolino. Ha deciso poi a suo carico il risarcimento in sede civile alle parti civili, i familiari della donna, e due tipologie di “provvisionali”: 200mila euro ai genitori della donna, 150mila euro ai fratelli. Leggi l’articolo completo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.