Il giudice monocratico Claudia Misale ha assolto con la formula «perché il fatto non sussiste» dall'accusa di lesioni colpose, i chirurghi Letterio Calbo e Antonina Catalfamo. Questo nonostante l'accusa, in aula c'era il sostituto procuratore Rosanna Casabona, avesse chiesto per entrambi la condanna a sei mesi, ritenendo ampiamente provata la responsabilità dei sanitari sia sotto il profilo della condotta colposa sia per quel che riguardava il nesso causa-effetto. I due medici sono stati assistiti dagli avvocati Rina Frisenda e Valentino Gullino. La vicenda, riportata dalla Gazzetta del Sud in edicola, parecchio datata e peraltro ancora affrontata in primo grado di giudizio, si riferiva ad un fatto accaduto nell'aprile del 2011 al Policlinico. Dopo l'intervento di tirodectomia, una donna accusò secondo il capo d'imputazione la «paralisi della corda vocale destra con disfonia e tirage respiratorio», da cui «derivava un indebolimento permanente dell'organo della fonazione».