Condanna penale per il legale rappresentante di una ditta proprietaria di un distributore automatico di bevande che era stato messo in un padiglione del policlinico di Messina, nel quale, nel 2015, erano state trovate «sostanze alimentari invase da parassiti», in particolare formiche.
La terza sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna pronunciata dal tribunale di Messina, sottolineando che per «il reato di detenzione per la vendita di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione» non è necessario «l'accertamento di un danno alla salute», poichè «è configurabile quando è accertato che le concrete modalità di conservazione siano idonee a determinare il pericolo di un danno o deterioramento dell’alimento, senza che rilevi a tal fine la produzione di un danno alla salute, attesa la sua natura di reato di danno a tutela del cosiddetto ordine alimentare, volto ad assicurare che il prodotto giunga al consumo con le garanzie igieniche imposte alla sua natura».
Nel caso in esame, la Cassazione, nel confermare la responsabilità dell’imputato, ha però chiesto al tribunale di Messina di ripronunciarsi sulla confisca del distributore automatico, disposta con la sentenza impugnata senza però alcuna motivazione sul punto.
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