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La tentata estorsione per droga a Messina, 5 anni e 10 mesi a Lo Duca

Giovanni Lo Duca e la droga sequestrata

Definito ieri in udienza preliminare davanti al gup Monia De Francesco con due condanne, in regime di giudizio abbreviato, il processo sul “debito” di cinquemila euro per droga, ovvero la tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso che ad agosto scorso costò prima il fermo e poi l’arresto al boss di Provinciale Giovanni Lo Duca, e poi a Giuseppe Marra e Domenico Isaya (quest’ultimo ha imboccato un’altra strada processuale).

Il gup ha inflitto ad entrambi la stessa pena, cinque anni e dieci mesi di reclusione, riconoscendo anche la sussistenza dell’aggravante mafiosa contestata dall’accusa. Giuseppe Marra è stato assistito dall’avvocato Cinzia Panebianco, il boss Lo Duca dagli avvocati Salvatore Silvestro e Antonello Scordo.

Secondo la ricostruzione della Distrettuale antimafia e della Squadra mobile, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, ci sarebbe un debito di cinquemila euro dietro la tentata estorsione, che è aggravata dal metodo mafioso. Gli ultimi due, considerati esecutori materiali, avrebbero preteso la restituzione della «somma di 5000 euro – in precedenza consegnati da Marra, per conto di Lo Duca», a Ernesto Paone «per l’acquisto di sostanza stupefacente».

Tra il 24 e il 27 giugno Marra e Isaya si sarebbero recati più volte, anche di notte, nell’abitazione del padre di Paone «rivolgendosi a lui con minaccia».

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