Si riapre il caso relativo alla morte della giovane studentessa di Naso Emanuela Pruiti Ciarello, che aveva 19 anni, fresca di maturità e che perse la vita nel pomeriggio del 4 settembre 2007 lungo la A20 Messina-Palermo, poco prima dello svincolo di Milazzo, mentre rientrava a casa dopo avere sostenuto il test per l’ammissione alla facoltà di Medicina all’Università degli studi di Messina. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso proposto dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Messina e dalle parti civili, i dottori Giuseppe Pruiti Ciarello e Anna Maria Bertolino, genitori della ragazza, ha annullato la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina nell’ottobre 2017 con la quale, in riforma della sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto che li aveva condannati, i due imputati, Felice Siracusa e Gaspare Sceusa, erano stati assolti dal reato di omicidio colposo. I due imputati erano accusati, nelle rispettive qualità di direttore tecnico di esercizio e di responsabile del settore tecnico del Cas, il Consorzio Autostrade Siciliane, di avere cagionato la morte della giovane, per avere omesso di eseguire le necessarie verifiche in ordine alla presenza ed alle caratteristiche delle barriere di protezione laterale in corrispondenza del tratto di autostrada teatro dell’incidente. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola