Ci sono luoghi che possono metterci poco a diventare pezzi di storia di una città. Specie se sono essi stessi testimonianza di un pezzo di storia che è ancora nel suo svolgimento, e che ha visto Messina inattesa protagonista. Casa Ahmed ha aperto i battenti il 25 novembre 2014 con Messina che si è così ritrovata al centro di una pagina di storia. È diventata punto di arrivo. E alcuni dei passi più importanti, di quella pagina messinese, sono stati scritti proprio a Casa Ahmed. Fino a pochi giorni fa. Il 21 gennaio scorso, infatti, la struttura nata tra le mura dell’ex Ipab “Conservatori Riuniti Scandurra”, ha di fatto chiuso battenti. Quella che è stata la casa, in poco più di quattro anni, di 1.759 minori non accompagnati, non ha più ospiti. L’equazione è semplice ed è frutto di un cambio di tendenza iniziato con le direttive dell’ex ministro Minniti (governo Gentiloni) e divenuta drastica con gli input di Matteo Salvini (governo Conte): niente più sbarchi, niente più prima accoglienza di minori non accompagnati. «Di fronte ad una crescente disumanizzazione, di fronte all’inquietante cinismo con cui l’attuale Governo sta gestendo la complessa questione delle migrazioni, è al mondo della Cultura, è all’humanitas presente in ogni coscienza, che vogliamo fare appello». L’appello è stato lanciato da Cambiamo Messina dal Basso ed è stato già sottoscritto da 52 docenti di ogni ordine e grado, non solo messinesi. Un appello «per gridare il no che dal mondo della scuola si leva contro le discriminazioni ed ogni forma di razzismo, ed il sì forte e testardo ad una cultura dell’accoglienza e della relazione feconda tra diversità». Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.