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Prostituzione a Taranto, 13 arresti: ai domiciliari un prete messinese. Sospeso dal vescovo

Don Saverio Calabrese

E' messinese d'adozione don Saverio Calabrese, il parroco di Monteparano che risulta tra le 13 persone arrestate a Taranto nell'ambito dell'operazione contro una presunta organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione.

Il prete 68enne, nato a Noto, si è trasferito in riva allo Stretto a quattro anni assieme al padre che era maresciallo dei carabinieri: qui ha frequentato scuola dell'obbligo, ottenuto la maturità al liceo scientifico e si è poi laureato in Filosofia all'Università di Messina.

La vocazione, adulta, risale al 1987 durante una missione popolare alla parrocchia di San Luca. Fu ordinato sacerdote nel 1994, prima nomina da parroco nel 1998 a Crispiniano, dove rimase undici anni dal 2002 al 2009.

L'inchiesta ha portato questa mattina a 13 arresti (8 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) ai danni di una organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione. All'operazione hanno partecipato poliziotti della Squadra Mobile - Sezione "Criminalità diffusa, extracomunitaria e prostituzione", in collaborazione con le Questure di Lodi e Vibo Valentia.

Secondo gli investigatori la banda aveva messo su un giro di sfruttamento della prostituzione di alcune giovani ragazze, prevalentemente provenienti dall'Est Europa, che venivano indotte alla prostituzione e sottoposte a "protezione" dietro il pagamento di somme di denaro.

Nell'indagine, peserebbe soprattutto un episodio in cui il parroco avrebbe accompagnato una prostituta. Il vescovo di Taranto lo ha immediatamente sospeso: “In merito alle ultime gravi vicende ascritte a carico del parroco di Monteparano, il sacerdote Saverio Calabrese – recita la nota diffusa dall’Arcivescovado – si rende noto che l’arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro, ha provveduto immediatamente, in via cautelativa, al decreto di sospensione dell’interessato dal ministero pastorale. Se le autorità competenti lo consentiranno, l’arcivescovo auspica che il provvedimento al quale don Calabrese è stato sottoposto, possa essere trascorso in un luogo diverso dal territorio parrocchiale per ovvie ragioni riconducibili alla serenità e al rispetto per la comunità monteparanese. È ai parrocchiani, infatti, che va il primo pensiero di paterna vicinanza di monsignor Santoro in questa difficile prova. L’arcivescovo assicura che fin da oggi la comunità sarà seguita da un sacerdote incaricato dalla curia. Attendendo le motivazioni non ancora pienamente conosciute circa le misure restrittive nei confronti di don Saverio, per il quale non verrà meno l’interessamento della Diocesi, invita l’intero presbiterio e tutta la comunità diocesana alla preghiera e alla fiducia nella Chiesa e nelle Istituzioni”.

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