Dieci anni di carcere. Due in meno rispetto ai dodici decisi in primo grado. É questa la pena decisa dai giudici d'appello per il 25enne Alessio Mantineo, il giovane che nel gennaio del 2017 diede fuoco, ustionandola gravemente, alla fidanzata 23enne Ylenia Bonavera. L'accusa è tentato omicidio.
Una storia d'amore controversa che poteva finire in tragedia quella mattina di gennaio. La vittima ha sempre negato perfino davanti ai giudici che ad aggredirla, gettandole addosso della benzina dopo una lite e poi appiccando il fuoco, fosse stato Mantineo.
Ma ad accusare l'uomo, oltre alle immagini che lo riprendono mentre acquista il carburante, ci fu anche, all'epoca, la madre della ragazza. Diversi conoscenti inoltre raccontarono ai magistrati che Ylenia dopo l'aggressione aveva fatto il nome del fidanzato.
Per il suo atteggiamento processuale la ragazza ha poi subito anche un procedimento per favoreggiamento personale e falsa testimonianza. Il corollario giudiziario di una storia d’amore contraddittoria finita tra le fiamme tormentate d’uno sfiorato femminicidio.
Lo "sconto" di pena è dovuto al fatto che i giudici d'appello hanno escluso l'aggravante della premeditazione, così come aveva richiesto anche l'accusa, il sostituto procuratore generale Maurizio Salamone, e aveva sostenuto da sempre il suo difensore, l'avvocato Salvatore Silvestro.
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