Questa mattina i segretari generali di Cgil e Uil Messina, Giovanni Mastroeni e Ivan Tripodi, assistiti rispettivamente dagli avvocati Ettore Cappuccio e Alvaro Riolo, hanno presentato in tribunale due atti di querela nei confronti del sindaco di Messina Cateno De Luca. Al centro degli atti le affermazioni del sindaco apparse più volte nel profilo Facebook “De Luca sindaco di Messina” ritenute fortemente diffamatorie e lesive dell’immagine dei due sindacati. Negli atti predisposti dall’avvocato Cappuccio e dall’avvocato Riolo si fa presente come De Luca abbia palesemente superato tutti i limiti del diritto di critica lanciando una vera e propria campagna, via social, denigratoria contro le due organizzazioni definite «anfratto di marciume sociale, conniventi con la politica dello sperpero di denaro pubblico e trincerati Cgil e Uil su posizioni di difesa dell’illegalità e del malaffare, nemici della città e difensori dello sfascio e del pressappochismo». «Con questi oltraggiosi termini il sindaco De Luca dimostra di non avere rispetto per Cgil e Uil, non accetta il dissenso e in questo senso il suo atteggiamento non ha precedenti nella storia democratica della città di Messina. Con le sue esternazioni ha offeso l’impegno, la storia dei nostri sindacati, degli esponenti e degli iscritti», dichiarano Mastroeni e Tripodi. Non s'è fatta attendere la replica del sindaco De Luca: «Sarà interessante nelle aule di tribunale definire i confini della legittima attività sindacale rispetto a dove invece inizia la vera e propria connivenza finalizzata allo sperpero del denaro pubblico. Non temo né le minacce né le querele essendo ormai determinato a riportare alla normalità i rapporti tra il palazzo municipale ed il resto del mondo compreso le organizzazioni sindacali». « Coerenza impone che Cgil e Uil ritirino dai tavoli di concertazione e di contrattazione le proprie delegazioni trattanti essendo tutte riconducibili all’azione del sindaco De Luca e della sua giunta. Il sindaco di Messina non teme il confronto/scontro democratico ma è allergico ai farisei di professione che vestono vari panni in relazione alla parte che devono recitare contro gli interessi della collettività», conclude il primo cittadino.