Nove inasprimenti di pena, alcuni anche parecchio pesanti. Per il resto la conferma della sentenza di primo grado. È questa l’estrema sintesi della requisitoria che ieri mattina il sostituto procuratore generale Felice Lima al processo d’appello “Nemesi-Ninetta”, ovvero due delle più importanti operazioni antidroga degli ultimi anni che nel corso del giudizio di primo grado vennero riunificate poiché avevano molti punti di contatto, sia sul piano degli indagati che dei reati. Due indagini dei carabinieri che monitorarono con intercettazioni telefoniche e ambientali per mesi i traffici di droga tra la città, la Calabria e alte regioni d’Italia, con la rete delle importazioni e dello spaccio che rifornivano le piazze cittadine. Ai giudici d’appello, il sostituto Pg Lima ha chiesto di accogliere una serie di richieste formulate dalla Procura, ma anche i cinque appelli incidentali depositati dalla Procura generale. Tutto atti contro una serie di assoluzioni parziali decise in primo grado. In concreto: dichiarare Davì, Mazzitello e Trovato responsabili del reato associativo mafioso (questa la richiesta principale), e poi dichiarare la colpevolezza di Davì e Iudicone per due reati specifici, quindi applicare il criterio della “continuazione” per Davì, Mazzitello e Trovato. Per nove posizioni il magistrato dell’accusa ha quindi chiesto un aggravamento di pena. Ecco il dettaglio: Giorgio Davì, 16 anni; Pietro Mazzitello, 12 anni; Franco Trovato, 30 anni; Giuseppe Iudicone, 14 anni; Antonino Bonaffini, 26 anni; Roberto Parisi, 19 anni; Francesco Turiano, 14 anni; Giovanni Lo Duca, 18 anni; Francesco Scalise, 11 anni. Per tutti gli altri imputati il sostituto Pg ha chiesto la conferma della condanna di primo grado. Un’altra richiesta formulata quella del risarcimento di ben 200mila euro per il Comune di Messina, che si è costituito parte civile nel procedimento. Leggi l’articolo completo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.