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Affaire Coppolino a Milazzo, chiesti 11 rinvii a giudizio

La sede del Comune di Milazzo
La sede del Comune di Milazzo

Con atto firmato dal procuratore capo Emanuele Crescenti e dal sostituto Matteo De Micheli, è stato chiesto il rinvio a giudizio per dieci indagati coinvolti nella maxi-inchiesta sulle presunte “coperture” istituzionali che sarebbero state garantite da funzionari e impiegati comunali di Barcellona, all'ex assessore Angelo Coppolino e ciò in forza del ruolo istituzionale che egli aveva rivestito a Palazzo Longano fino al 23 novembre 2016, con lo scopo di “salvare” il suo posto in Giunta, messo in discussione dopo che il 9 novembre 2016 furono sequestrati i due edifici abusivi - riconducibili all'ex amministratore - che ospitavano il “B&B Mandanici” ed il ristorante “al Borgo”, ubicati lungo la via Gerone a Marsalini.

Nell’udienza preliminare del prossimo 11 febbraio, davanti al gip, dovranno comparire per essere giudicati il sindaco Roberto Materia, il quale risulta indagato solo per il reato di abuso d’ufficio in relazione alla revoca ritenuta «illegittima» dell’incarico di comandante della polizia municipale al col. Lino La Rosa; per i reati di peculato, corruzione, abuso d'ufficio e una serie di ipotesi di falso in atti pubblici, dovranno comparire anche l’ex assessore, l’imprenditore edile Angelo Coppolino, considerato l’artefice di una strategia che ha piegato alle sue volontà sindaco, funzionari e tecnici; l’arch. Carmelo Rucci, responsabile dell’Ufficio comunale edilizia privata e abusivismo e l’ex vicecomandante con funzioni dirigenziali della polizia municipale, il commissario Salvatore Di Pietro, i quali avrebbero agito in concorso tra loro ognuno per le sue funzioni ricoperte all’epoca.

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