Si chiude con una condanna e due assoluzioni l'ultimo processo scaturito dalla cosiddetta "lite in sala parto" avvenuta al Policlinico di Messina il 28 agosto del 2010. Una vicenda che interessò per giorni le cronache nazionali e che vedeva coinvolti il ginecologo Vincenzo Benedetto, l’allora assegnista di ricerca Antonio De Vivo e l'ostetrica Franca Grisafi. In questo caso si trattava della tranche d’inchiesta per lesioni colpose. Quel giorno infatti la signora Laura Salpietro era in attesa di partorire quando tra i due medici scoppiò un diverbio sulla opportunità della presenza del dott. De Vivo in sala parto, fatto che secondo i familiari fece ritardare l'intervento dei medici provocando danni alla puerpera, alla quale fu asportato l'utero, e al piccolo, che nacque con lesioni cerebrali. A denunciare tutto ai carabinieri fu il padre del bambino, Matteo Molonia. Il giudice monocratico Valeria Curatolo ha emesso oggi la sentenza. Benedetto e la Grisafi sono stati assolti da tutti i reati con la formula "per non aver commesso il fatto", mentre De Vivo è stato condannato per il reato di lesioni colpose, alla pena (sospesa) di 5 mesi di reclusione, al pagamento delle spese processuali ed al futuro risarcimento dei danni in favore delle parti civili. Lo stesso De Vivo è stato poi assolto con la formula "perché il fatto non costituisce reato" dai reati di calunnia, diffamazione e danneggiamento. Gli avvocati impegnati nel processo erano Ettore Cappuccio e Fabio De Arcangelis per Benedetto, Adriana La Manna per la Grisafi, Carlo Faranda per le parti civili Molonia e Salpietro, Ugo Colonna per De Vivo. Il pm Piero Vinci, alla scorsa udienza, aveva chiesto l’assoluzione di Benedetto e Grisafi e la condanna di De Vivo per tutti i reati contestati, con una pena molto più alta.