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Rifiuti, a Messina si torna lentamente alla normalità: ma restano le "scorie" della lunga crisi

Restano, qua e là, cataste di rifiuti ancora non raccolti, decine di cassonetti inceneriti e le macerie di una società fallita, oltre che tanti dubbi sul futuro. Dopo due settimane vissute in apnea, nel senso letterale del termine – a causa dell’aria resa irrespirabile dal marcire dell’immondizia sotto il sole e dagli effetti dei roghi serali sprigionanti diossina – si può fare un bilancio sulla situazione dei rifiuti a Messina. Ed è un bilancio disastroso, come si legge nella Gazzetta del Sud in edicola.

Il lento ritorno alla normalità non può essere festeggiato. La città non doveva essere ridotta nelle condizioni in cui si è trovata. Non c’è stata alcuna ragione strutturale, seria, convincente, e comunque tale da non essere prevista e, dunque, affrontata per tempo, a determinare l’emergenza che, come tutte le emergenze rifiuti, ha provocato serie conseguenze all’ambiente, oltre che l’ennesimo danno all’immagine della città visitata anche in questi giorni di novembre da migliaia di croceristi.

Il recupero di qualche mezzo fermo e l’utilizzo di compattatori noleggiati da ditte private sembra aver giustificato le misure drastiche disposte dal direttore generale di Messina Servizi Iacomelli e culminate con la rimozione dei quattro direttori dell’area tecnica e operativa, della piattaforma di Pace e dell’Autocentro di via Salandra.

Ma sarebbe troppo facile chiudere così il libro della vergogna e archiviare le responsabilità, che invece vanno ricercate, a tutti i livelli, perché non ci si può assuefare alla sporcizia e al degrado. Lo ribadiamo: a molti messinesi proprio in questi giorni sta arrivando la notifica dell’ultima rata 2018 della Tari. Suona come una beffa, dopo i danni subiti in queste settimane.

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